diario dalla finestra di casa Libro II

10 settembre 2024 – Transizione stagionale: i primi giorni

10 Settembre 2024

La temperatura è gradevole, qualche ​brivido di primo mattino uscendo dal letto. Tanti ma tanti anni fa in campagna era il tempo delle arature, i buoi usciti di stalla fumavano dalle umide froge, io mi imbacuccavo con tutto ciò che trovavo, passata mezz’ora uomini e animali già sudavano. 

​Appena sveglio e già su WhatsApp giungono a getto fotografie di albe e tramonti incantevoli​, seguiti poi nella giornata dagli arcobaleni, alcuni perfino doppi​ sorgono di tra gli alberi del Carso triestino. Paola ha inviato una fotografia dalla Campania che riprende un mare leggermente mosso​, ogni ond​ina ave​va una crestina di schiuma che rifletteva la luce in ​caleidoscopi monocolor​i, la luce dei ​diamanti. Tra le miriadi di sprazzi di luce uno stormo di ​bianchi gabbiani ​si mescola​no come un tappeto fantastico​, sullo sfondo la sagoma scura di una nuda barca con un alto albero senza vela contrasta con il brulicare di onde e uccelli. 

Questo quadro naturalistico mi ricorda una situazione analoga ​che ho vissuto in uno dei miei viaggi. Islanda.​ Sono in riva all’oceano, l’orizzonte è invaso da una infinità di uccelli, ​pulcinell​e di mare e​ sule​. Volavano dalla scogliera al mare e viceversa in una apparente confusione. Da questa ​massa volante precipitavano a pioggia gli uccelli per catturare i pesci​, risalivano con la preda nel becco e con altrettanta velocità tornavano alla scogliera dove si trovavano i nidi. Era questa una parete verticale alta qualche centinaio di metri, coperta d’erba​.​Sulle asperità ​e anfratti l’uno accanto all’altro c’erano i nidi, migliaia e migliaia, dai quali sporgevano ​becchi aperti e pigolanti a richiamare l’attenzione dei genitori che tornavano dalla pesca. Per quale misterioso richiamo o indizio ritrovassero il proprio nido non lo so dire​. Nelle gole aperte dei pulcini il genitore rigurgitava il pesce che finiva il più delle volte in bocca del figlio più forte e prepotente, spesso i meno dotati muoiono di fame. Questo incredibile bailamme dura tutto il giorno​. 

Con il buio tutti al nido​, la cui presenza è ​segnalata da un continuo mormorio che emerge a stento dallo sciabordio delle onde che non trovano mai ​quiete in quell’isola spersa al limite dei ghiacci ​eterni​.​Alla base della scogliera, dove le onde ​non consentono all’erba di crescere, emergono migliaia di colonne, sembrano canne d’organo, adiacenti l’una all’altra e formatesi in fase di raffreddamento delle colate la​viche. 

Il fenomeno del colonnato ​possiamo ​trovarlo anche sui nostri Colli Euganei. Alcuni tratti di pavimentazione dei sottoportici in città sono lastricati con ​massi ricavati da tali colonne​.

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