diario dalla finestra di casa

2 marzo 2021

2 Marzo 2021

Una personalità scientifica come Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei, si è sentito in dovere di scendere nell’agone a sostegno della massima cautela nel contrastare il virus. Sostiene che ci sono i presupposti che possa sfuggire di mano. Come fisico Parisi ha la capacità di lettura da poter predire il peggio, di tornare ai decessi dei primi di dicembre. L’unica difesa è il vaccino. Le varianti del virus, con elevata trasmissibilita e letalità, mettono in discussione le difese fin qui adottate. Ogni voce che sottende a privilegiare la libertà di movimento per aiutare l’economia manda un messaggio di “liberi tutti”. Non deve invece passare il messaggio che ipotizza rallentamenti alle restrizioni per non mortificare il morale della gente. Sarebbe autolesionismo. Se poi questo viene fatto per fini di consenso politico sarebbe criminale.

Politica. Un segnale positivo sul cambio di vertice della struttura per la lotta al virus. È stato chiamato un Alpino. Avete capito bene, un militare con la penna sul cappello, uno generale. Ha sostituito un personaggio partorito dalla malapolitica dal comportamento a dir poco nebbioso. Vado a rivangare un problema messo nel dimenticatoio dal calendario politico perché divisivo: in Mes, il Fondo monetario europeo messo a disposizione, 37 miliardi per l’Italia, destinato al servizio sanitario nazionale durante la prima ondata della pandemia. È stato rifiutato dalla Lega e dai 5 stelle perché lederebbe la sovranità nazionale. Non entro nella diatriba. Elenco fatti avvenuti successivamente che smentiscono i sostenitori del no.

  • abbiamo accettato il Sure, un prestito europeo per aiutare i lavoratori a superare la pandemia
  • abbiamo accettato il prestito Next generation UE per aiutare l’economia risollevarsi
  • abbiamo accettato i tassi di interesse e i condizionamenti sul loro uso, i piani di investimento su indicazione UE, i pagamenti ad avanzamento lavori, con tutti i controlli conseguenti.
  • Il Mes ha tassi di interesse più bassi, in 10 anni dà un risparmio di 25 miliardi rispetto ai prestiti precedenti. Le condizioni sono: migliorare la sanità, migliorare la preparazione del personale, adeguarlo al bisogno, strutture medicali, edifici.

Mia nota personale: evitare le cattedrali nel deserto di vecchia e nuova in memoria di cui rimangono tracce sparse per tutta Italia. Ospedali finiti e abbandonati!
Di seguito riporto un trafiletto tratto da un articolo di Ferruccio de Bortoli sul Corriere Economia del primo marzo 2021. Scrive Tommaso Monacelli economista… “Io non ho mai creduto però che il vantaggio di un’adesione al Mes sia solo quello di spuntare tassi più favorevoli. Le condizionalità del prestito, che sono largamente meno stringenti di quelle del Next Generation UE, e ce ne accorgeremo, sono esclusivamente legate all’emergenza sanitaria che non mi sembra sia finita, tutt’altro. Di fronte a quello che sta succedendo, con i ritardi delle vaccinazioni, lo scandalo degli approvvigionamenti, le inefficienze di vario tipo, credo che non sarebbe una pessima idea investire a tutela della salute dei cittadini sotto l’occhio vigile di un’istituzione europea. Non solo, la dimostrazione di essere credibili nello spendere i fondi europei rafforzerebbe la nostra posizione negoziale dimostrando ai partner che siamo affidabili. Altro che stigma. A conclusione, voglio evidenziare quanto l’ideologia sia perversa quando è utilizzata “contro” e non “per”!

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