La situazione non si sblocca, è una guerra di trincea. Il Veneto è la regione più colpita nonostante si combatta con tutte le forze. La cosa che preoccupa oggi sono le nuove norme antivirus. Sono redatte in un linguaggio che necessita di un consulente legale, stradale, sanitario per comprenderle. Forse nascerà una nuova figura professionale. Ora una notizia che conferma che gli sforzi che stiamo facendo per combattere il virus sono utili ci viene dalla Svezia. Il re denuncia il suo governo per il fallimento della gestione della pandemia. La Svezia ha una mortalità da coronavirus 10 volte più alta della Norvegia, nazione dalle caratteristiche simili. Il 20% dei decessi nelle RSA avvengono senza che i pazienti siano visitati da un medico, il 40% non vengono visti da un infermiere. Questa è la prova provata della stoltezza di chi nega la gravità del virus nonché l’immenso lavoro che sta facendo la nostra sanità nonostante le carenze strutturali del settore.
Dal libro “Nonno, parlami di te” a pagina 77 mi si chiede di parlare dei miei figli. La prima domanda a cui rispondere è: “Quando sono nati i tuoi figli? Come avete scelto loro nome? Dove abitavate in quel periodo?”.
Betti è nata il 2 febbraio 1959. Il suo nome, Elisabetta, è stato scelto come anche quello di Marco e Paola, dal calendario dei santi cristiani. Con questa scelta ci sembrava una personalizzazione sul come volevamo educarli. È stato un peccato di presunzione mettere un “cappello” alla personalità dei nostri figli.
Marco è nato il 24 dicembre 1960. È stato penalizzato con questa data di nascita. La sua festa di compleanno si è sempre diluita con il Natale e le feste di fine anno. Oltre che subire le angherie della Betti.
Paola è nata il 18 gennaio 1962. Lei ha dovuto subire le angherie di entrambi, per fortuna era pacioccona e non ne soffriva più di tanto. Rita è nata il 27 febbraio 1963. Il suo nome è Mafalda, fuori dallo schema dei precedenti. È stato condizionato dal nome di nonna Lalla, la mamma di nonna Franca, morta nel precedente mese di agosto. Betti, Marco, Paola sono nati che abitavamo in Vicolo Pastori vicino alla chiesa degli Ognissanti, la parrocchia dove avevo vissuto dal 1936, e adiacente la parrocchia dell’Immacolata dove era nata e vissuta la nonna Franca.
Rita invece è nata che abitavamo al Bassanello in via Guizza, in un bel villino degli anni ’30 con stanze ariose dagli alti soffitti e un bel giardino. Avevamo preso quella casa per ospitare i genitori di nonna Franca, pensionati. Purtroppo la morte della nonna Lalla ha cambiato tutto. Poco tempo dopo abbiamo cambiato casa e siamo andati ad abitare a Città Giardino in via San Pio X, dove la Betti ha fatto la prima comunione nella chiesa di Santa Croce. Poi abbiamo acquistato casa in via Molmenti in zona San Camillo.