Covid: sulla stampa ognuno dice la sua. L’autorevolezza del manovratore, governo, vacilla, non è bene. Non sarà prologo al panico? Speriamo di no. A domani.
Oggi rispondo alle domande tratte dal libro “Nonno raccontami di te “a pagina 97: “Quali sono il tuo piatto e la bevanda preferita? Quali sono il tuo libro, film e musica preferiti? Perché ti piacciono?”
il mio piatto preferito: minestre di riso in tutti i modi, risi e bisi, riso e fagioli, e patate, e latte, e zucca, e seppie, e bruscandoli, e asparagi, e porri, e spinaci, e fegatini di volatile, luganega, e finché si è potuto, ai formaggi vari e aglio e olio, e in qualsiasi altro modo la fantasia coniughi il riso.
La mia bibita preferita: acqua naturale, vino pochissimo.
Libri preferiti: da ragazzo fino a 25 anni ogni cosa che avesse delle frasi in sequenza andava bene, perfino i grandi classici russi, francesi, italiani. Anche perché erano grossi tomi con tante pagine per cui c’era un conveniente rapporto prezzo/pagina. Cosa di non poco conto per le mie finanze. A un certo punto entrò la fantascienza con Asimov. Una scorpacciata di Urania. Già dal 1956 mi ero abbonato al Touring con “Le vie d’Italia e del mondo” e di conseguenza le pubblicazioni connesse: storia delle civiltà, i grandi viaggiatori, Marco Polo e Rizzi in Cina, Colombo nelle Americhe, Schweitzer in Africa eccetera. Le scoperte geografiche, sollecitato anche dai molti viaggi fatti negli ultimi anni. E ancora romanzi recenti Eco, King e Ayla figlia della terra e molto altro.
Film: scarsa frequentazione, non avevo tempo. Per il film “Di qui all’eternità” ho perso l’unica ora nei 2 anni di scuola serale per geometri.
Musica: da ragazzo ai 25 anni canti di montagna con la costante partecipazione al coro con buoni risultati. Nelle uscite in montagna il canto e la montagna erano congiunti, sinonimi. Il canto è la rievocazione dell’andare per crode. Il canto corale fondamentale per lo stare insieme. Superati i sogni di gioventù subentrò la musica classica. Come? Nel 1974 mio primo viaggio in aereo, Stati Uniti. In quelle lunghe ore con le cuffie di bordo ho ascoltato Beethoven, non sapevo chi fosse, per tutto il viaggio. Ho intensificato la frequentazione ai concerti dei Solisti Veneti che seguo ancora. Perché la musica classica? In particolare il Barocco dei Solisti non mi stanca mai ascoltarlo, anche eseguito da orchestre diverse, mentre altra musica, pur ascoltandola con piacere e/o interesse, non sento il bisogno di riascoltarla.
Aneddoto: molti anni fa, in un momento di euforia musicale, credevo di avere inventato un brano di musica che continuavo a ripetere fischiettando, un motivetto davvero simpatico. Non sapevo come fare per trasformarlo in note scritte. Non c’erano i mezzi di ricezione attuali. Non sapevo a chi rivolgermi. Lasciai perdere.