Padova Carrarese – 24 febbraio 1991
Ancora un percorso di conoscenza del periodo aureo della storia di Padova, il ‘300. Si sviluppò l’economia e conseguentemente l’arte e la cultura di cui l’Università ne sarà ipogona. Di quell’isola di potere costituita dalla Reggia Carraresi vediamo la sala dei Giganti raffigurati sulle sue pareti. Della Reggia rimane la sala dell’Accademia galileiana e parte della logge. Proprio da quest’isola del potere partiva il “traghetto” (Passetto) di cui ho detto altrove, tracce del quale vediamo sul vicino muro di cinta in prossimità della loggia in via Accademia.
A compendio si è visitato il battistero del Duomo con il ciclo pittorico del Menabuoi e la vicina a casa del Petrarca dietro il Duomo.
I Carraresi nel padovano – 8 novembre 1992
Il casato dei Da Carrara, i Carraresi, hanno per simbolo il carro a quattro ruote. Le località visitate hanno radici nell’epoca Romana. Sono presenti ruderi, lapidi di quel periodo, sulle cui spoglie si sovrapposero quelle dei Da Carrara. Il territorio fu dato da Berengario Imperatore a Gomberto, un suo condottiero. Carrara fu poi suddivisa in San Giorgio e Santo Stefano. Monselice e Montagnana città fortificate a difesa di Padova. Carceri sede di Monastero che beneficiava dei possedimenti agrari. Altro baluardo difensivo il Castello di Valbona di cui la fotografia.
A Cervarese Santa Croce l’oratorio. Si ha notizia che nell’874 fu donato ai monaci di Santa Giustina. La vetusta Chiesetta ebbe nel tempo usi diversi. Attualmente è stata recuperata nella sua struttura originale. Interessante gli scritti allegati riguardanti la storiografia dei luoghi da prima del mille.
Recupero e restauri nel Castello Carrarese – 24 gennaio 1993
Questa visita è stata storica e ha visto il susseguirsi dei tempi che vanno dalla prima costruzione prima del mille per difendersi dai barbari, all’uso da parte di Ezzelino III da Romano il Tiranno. Poi i Carraresi e negli ultimi due secoli la funzione di carceri, anche se questa funzione fu sempre presente nel castello. I Carraresi collegarono la Reggia di città tramite un “passetto” sopraelevato su arcate quale vie di fuga verso il Mastio meglio difendibile. Parte del tragitto correva sopra le mura di cinta le cui tracce sono visibili in Riviera Mussato dal Ponte Tadi al Castello. Si vedono tracce.
Mi resta soggiungere che la piazza antistante il Castello era uno dei luoghi dove noi ragazzetti si andava a tirare calci al pallone, che spesso era una sfera di stracci ben legati! La documentazione allegata è esaustiva anche a tracciare la storia della città.
I luoghi dei Paleoveneti 13 marzo 1994
Questa escursione culturale riguarda il territorio abitato dai paleoveneti provenienti da Oriente nell’età del bronzo e del ferro così come la leggenda vuole Antenore fuggiasco da Troia, fondatore di Padova. I ritrovamenti archeologici sono raggruppati sotto l’attuale abitato. Sono notevoli non solo per l’età ma innanzitutto per l’importanza di tutta la zona che va dalle Alpi Orientali, Adriatico e l’Adige dove si stabilirono. Il museo ne testimonia l’importanza.
Da “Puteus Vitaliani” a Pozzoveggiani – 24 marzo 1994
Siamo a pochi chilometri a est di Padova sulla strada verso il mare, dove si trova il centro abitato di Pozzoveggiani, che prese nome (Puteus Vitaliani) dal Patrizio Romano Vitaliano padre di Giustina Martire, patrona della città di Padova. Sulla sinistra della statale sopra un piccolo dosso sorge la chiesetta di San Michele Arcangelo. Studi ritengono che in adiacenza scorresse un ramo del fiume Bacchiglione.
Ho un ricordo: durante un giro in bicicletta alla scoperta del territorio ci siamo imbattuti nella chiesa; era adibita a deposito di attrezzi agricoli, di fieno e pollaio. Stavamo però facendo dei sondaggi sul pavimento e vicino alla base del campanile c’era uno scavo, sempre all’interno della Chiesa. Sono tornato una decina di anni fa e ho trovato una lodevole ristrutturazione. Viene adibita a concerti.
l fiume si racconta. Museo del Bacchiglione – 21 gennaio 1996
Questo luogo trova origine lontano nei tempi. Reperti dall’età del bronzo, del ferro, di epoca romana. Vie commerciali nevralgiche via acqua. La Serenissima ne fece buon uso nello sfruttamento forestale, le querce. La zona era nota per i cavalli, che vedremo meglio con Este. Interessante il museo che custodisce lo scafo di barche/canoe ricavate da un tronco unico ripescate sul letto del fiume.
La Certosa di Vigodarzere Padova 20 gennaio 2002
Siamo sull’argine sinistro del Brenta a nord di Padova a pochi passi dalla parrocchiale. Poco conosciuta ai più, è un complesso monastico dei certosini. È in uno stato di abbandono. Tipica struttura monacale atta alla vita di campagna, stalla granai magazzini e quanto necessario alla vita campestre. Sorta in riva al fiume, si trattava di possedimenti che provvedevano a sostenere le Signorie della città.
Villa dei Vescovi a Luvigliano -20 aprile 2012
Va sottolineato che questa magnifica dimora, luogo di vacanza e riposo, è frutto del potere temporale di quei tempi, il Cinquecento, che si permette, quel potere, di utilizzare ai propri fini i luoghi più belli anche della natura, i Colli Euganei. La zona di Luvigliano è fra le più godibili. Pertanto la villa, di per sé bella, nel contesto diventa gioiello!