Venerdì 13 gennaio 2023
Covid situazione della settimana passata 576 decessi, 84076 contagi. Un miglioramento sensibile ci aiuta a sperare. Sempre tra un mucchio di cianfrusaglie ho trovato una lettera inviata a casa a Franca e ai figli da New York, durante il viaggio di lavoro nel 1974.
Carissimi Wife, Son and Daughters, Buona Pasqua. Sono le 7:00 del mattino e piove a più non posso. L’esperienza che ho cominciato a vivere sarà senz’altro interessante e utile per tutti, sarebbe indubbiamente più piacevole che fossimo insieme.
Il viaggio tutto bene fino all’aeroporto della Malpensa, l’aereo era un Jumbo 747, un mostro, file di poltrone da nove posti l’una per 400 posti, non si vedeva da cima a fondo. Durante il viaggio televisione, musica personale, pranzo, spuntino, tutte cose purtroppo che non ho goduto perché essendoci l’atmosfera piuttosto incerta ho sofferto e a 20 minuti da New York quando abbiamo incontrato un temporale sono stato molto male. Fuori dall’aereo non si vedeva molto a causa a causa delle nubi però si sono viste le Alpi, la Manica con le coste francesi e inglesi e quindi abbiamo lasciato le coste dell’Irlanda. In lontananza si è in vista l’Islanda. Salendo ancora verso la corrente che scende dal nord su Terranova si sono visti i ghiacci vaganti e addirittura il pack. Finalmente verso le 6 di sera siamo passati su Terranova, una terra coperta di ghiacci e neve attraversata da qualche strada e ferrovia, qualche gruppo di case.
Poi è cominciata la costa atlantica dell’America, quindi il Kennedy, enorme aeroporto dove veramente gli aerei sono in coda per partire ed arrivare. Si ha l’impressione che se uno non si sbriga ad andarsene l’altro gli è addosso come in un tamponamento a catena. Appena fuori dall’aeroporto abbiamo preso l’auto a noleggio, una grossa Oldmobile da pascià e siamo entrati in un mare di strade, in un paesaggio del tutto diverso da quello che si pensa dell’America. Tutto era immerso in mezzo a boschi, una serie infinita di piccole case unifamiliari quasi sempre coperte, tetto e pareti, di legno. In lontananza si vedevano però i mostri di New York, i palazzi enormi.
A Bridgeport, piccola cittadina direi come Padova, anche se più estesa ma più piccola come centro, in riva al mare siamo alloggiati all’Holiday Inn, magnifico e pieno di gente di tutti i colori, dai neri come il carbone agli indiani ai bianchi del Texas, a noi.
Stamani andremo insieme con dottor Romanin a New York, preferisce stare con noi ma purtroppo piovendo non so proprio cosa faremo!
Allego anche un una foto dell’albergo.
Un salutone a tutti.Raccomando che Paola e Marco studino e che Betti segua un po’ la Rita. Ciao a tutti, bacioni.
Papà