diario dalla finestra di casa

9 maggio 2025 – I papi con i quali ho convissuto 

9 Maggio 2025

Il primo fu Pio XI, morto nel 1939, avevo solo 8 anni, del quale non ho memoria se non per sentito dire al patronato che frequentavo per le lezioni di catechismo. 

Il secondo fu Pio XII, che rimase in carica per 19 anni, 1939-1958. Fu il papa della Seconda Guerra Mondiale. Avendo frequentato dal 1945, dalla fine del conflitto, dalla fanciullezza e pubertà fino al servizio militare, la parrocchia dell’Immacolata ebbi modo di venire a contatto con le vicende politiche di quel tempo, in cui l’antagonismo al comunismo da parte della chiesa cattolica ha avuto in Italia un ruolo determinante. Nell’anno Santo del 1950 con gli scout facemmo un pellegrinaggio che mi lasciò molti ricordi. Un diario di viaggio perduto, 1950

Il terzo, Giovanni XXIII, fu chiamato il papa buono, e rivoluzionò la chiesa con il Concilio Vaticano II aggiornandola ai tempi entrati nel vortice di cambiamenti sociali, parimenti a quelli scientifici e tecnologici, che scardinavano consuetudini e prospettive del passato con un futuro che sempre più difficilmente veniva metabolizzato da noi umani abituati a tradizioni e consuetudini consolidatesi nei secoli. 

Il quarto fu Paolo VI, 1963-1978, che concluse il Concilio avviato dal suo predecessore che doveva essere attuato in un contesto umano in rivoluzione. Il decennio 1968- 1978 fu carico di eventi spesso tristi e contraddittori, furono gli anni della contestazione in particolare giovanile. 

Il quinto fu Giovanni Paolo II nel 1978, che visse però un solo mese dopo l’investitura.

Il sesto fu Giovanni Paolo II, 1978-2005, polacco, primo Papa non italiano dopo 500 anni, che accelerò la caduta del comunismo per ricostruire l’ordine politico del mondo. Fu un sant’uomo.

Settimo fu Benedetto XVI, 2005-2013, dimissionario. Teologo che si dedicò al mantenimento della chiesa nell’alveo del Vangelo, cosa non da poco visto la deriva in atto in quel tempo a causa delle divergenze sociali di una umanità sempre più numerosa e sempre più povera a fronte di un numero piccolissimo di miliardari che posseggono la quasi la totalità delle ricchezze.

Ottavo fu Papa Francesco, 2013-2025, arrivato dall’altro capo del mondo, dall’Argentina, dal mondo dei poveri e degli ultimi, che affrontò un contesto di guerra mondiale fatta a spezzoni, a bocconi, sulla pelle dei nullatenenti a vantaggio dei pochi detentori del potere economico frutto di nuove tecnologie in mano appunto dei poteri finanziari. E la politica, il cui compito sarebbe quello di conciliare l’equa distribuzione delle risorse, ma impotente, forse per la conclamata incompetenza, senz’altro accompagnata da interessi privati, vuoi finanziari che di potere. 

Il nono, appena eletto, è Leone XIV, statunitense, figlio di migranti e in qualche modo misto, ispano-italo-francese, che potrebbe perfino dirsi il primo papa nero. Formatosi negli Stati Uniti ha vissuto la missione tra i poveri del Perù, di cui ha il passaporto. Sembra avere quanto basta per portare la chiesa nell’ambito del vangelo, la guida principale di ogni cristiano. Non resta che aiutarlo ad aiutarci a percorrere la difficile via dell’umana fratellanza.

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