Oggi mi va di parlare di quei sogni ad occhi aperti nei quali mi perdevo a fantasticare da giovanetto. Quando finì la guerra avevo quattordici anni e fino al 1945 il solo pensiero era sopravvivere. Andavo a scuola, ma anche questo era condizionato dai tempi oscuri che non consentivano certo ai miei genitori di pensare alla settimana ventura, era già molto risolvere i problemi di pranzo e della cena di domani.
Appena iniziato a lavorare nel 1946 mi si è aperto un mondo nuovo, sempre difficile ma aperto al futuro. Fondamentale fu l’accesso alle letture grazie alle frequentazioni: parrocchia, amici più benestanti. Non importava cosa leggere, non c’era molta scelta, ma tutto faceva brodo. Specialmente in fabbrica avevo modo di formarmi al fare, ad imparare, fino a farmi decidere di tornare a scuola. Il servizio militare, con la possibilità di viaggiare, mi ha aperto al mondo che le letture mi avevano fatto intravedere. Diventavo di volta in volta, in funzione delle letture, viaggiatore alla scoperta di nuove terre, scienziato atomico, archeologo e chi più ne ha più ne metta! Poi la vita reale mi ha riportato con i piedi per terra e mi sono accontentato, non è certo poco, di quello che ho realizzato fino ad oggi.
Senonché mi è capitato, non per caso, di incrociare il percorso di vita di una persona che mi è cara, mio genero Maurizio. Un lungo servizio giornalistico ne descrive il percorso scientifico alla scoperta e alla realizzazione di un passo in avanti nel progresso dell’uomo. Nuovi studi tecnico-scientifici che trovano applicazione nella cura delle fragilità dell’uomo, tra questi ridare la possibilità di camminare a chi è stato vittima di incidente. Questa è la cosa che più impatta l’attenzione, ma ce ne sono anche molte altre indotte su temi molto attuali, come quelli energetici.
Vedo in Maurizio un percorso di vita proprio come quello che sognavo nella mia giovinezza: “vedere oltre la finestra di casa”.
In allegato il giornale che ha realizzato il servizio, Repubblica del 20 settembre 2024 inserto “Salute”.