Oggi abbiamo festeggiato il mio novantesimo compleanno che si compie domani 10 maggio. Sono nato 5 anni prima della guerra di Abissinia e 13 anni dopo la fine della prima guerra mondiale, questo per evidenziare quanto lontano è il tempo dei miei natali. È stata una festa clandestina, eravamo in 10, 4 della famiglia di mia figlia che ci ha ospitati nel suo giardino, noi due nonni non autosufficienti, le altre due figlie con i mariti. Sei i vaccinati. A tavola eravamo all’aperto distanziati e silenziosi per non farci scoprire.
L’ultima volta che ci siamo così riuniti fu a Natale del 2019. È stato emozionante ritrovarsi dopo così tanto tempo. La clandestinità dell’incontro, il sole che scottava, sembravamo alla scoperta del mondo. A me sembrava insolito parlare di cose futili come non ci fosse nulla di diverso intorno a noi, la pandemia. Io pensavo che avremmo parlato del virus, delle difficoltà economiche dell’Italia e del mondo invece si è scherzato come niente fosse. È stato bello segnare con questo incontro i miei primi 90 anni!
224 decessi, 10167 nuovi contagi. Si conferma la discesa degli indicatori di contagio rinforzando le speranze. Devo però far finta di non vedere i Navigli di Milano invasi da una fiumana di gente, tutti appiccicati gli uni agli altri, come in tutte le città. Auguri.
Dal libro “Mi sono sbottonato” a pagina 80 ho scritto di una mia esperienza fatta negli anni ’46-’48, tempi che risentivano ancora della guerra da poco conclusa. Bombardamenti su Malta
Sembrerà singolare il confronto con l’emergenza emigrazione clandestina, dato che dal 2018 una parte politica indica come colpevole di occupazione dello spazio vitale di noi italiani la presenza degli extracomunitari, gridando a gran voce “prima gli italiani”. Per meglio capire il contesto vi invito a leggere, sul Corriere della Sera del 7 maggio 2021, l’articolo dal titolo emblematico “Noi stiamo ancora dormendo e già i sikh fanno il parmigiano”. Parla degli indiani sikh che hanno sostituito i contadini italiani della pianura padana nella gestione delle stalle e della produzione del formaggio. Aldo Cazzullo che l’ha scritto chiosa: “Se lo Stato passa 1000 al mese al disoccupato italiano con il reddito di cittadinanza, chi andrà a lavorare nelle stalle e nei campi alle 5 del mattino per €1500 al mese? Solo i sikh, occupando quello spazio vitale abbandonato dagli italiani che possono così dormire al mattino!”