diario dalla finestra di casa

3 maggio 2021

3 Maggio 2021

Finalmente il numero dei decessi è sensibilmente diminuito, non accompagnato però da meno contagi e ospedalizzazioni. Quello che preoccupa, era prevedibile, sono gli assembramenti, le feste abusive, le strade dello struscio e non ultimo migliaia di tifosi senza precauzioni per festeggiare la conquista dello scudetto dell’Inter. Questo fine settimana lo verificheremo verso il 20 del mese di maggio nel quale raccoglieremo i frutti velenosi del “liberi tutti”. I dati pandemici dicono di essere lentissima discesa. Terrò contabilità giornaliera.

La situazione indiana è fuori controllo. Il governo indiano pensava di aver vinto la battaglia contro il virus e così ha riaperto tutto. Nel giro di un mese si è giunti a 3689 morti e 400 mila contagiati in un giorno. Oggi vorrei parlare dei giorni dei quali più che spesso mi sono lagnato per la leggerezza dei giovani, in certi casi irresponsabilità di comportamento verso la pandemia. Mi sono chiesto se il mio giudicare abbia la misura giusta e non sia condizionato dal mio stato di fragilità di anziano. Purtroppo è così. Cerco di immedesimarmi in loro rispolverando i miei ricordi giovanili, nulla mi tratteneva dal realizzare i miei sogni. Passando in rassegna la cerchia dei miei nipoti, alcuni hanno l’età di quando mi sono sposato, ero entrato nel mondo adulto. Loro sono invischiati in una ragnatela da cui non vedono in che modo uscire. Penso alla Federica uscita dall’università con lode, si è districata  con pervicacia alla ricerca di una sistemazione professionale dignitosa, si è trovata in un mondo coperto di trappole, sfruttamento lavorativo nel migliore dei casi, alla mancanza di lavoro equo dovendo adattarsi a lavoricchiare impropriamente. Dover ipotizzare l’emigrazione.

Che razza di paese è questo che dopo averne pagato la scolarizzazione costringe i giovani a emigrare? Noi adulti cosa abbiamo fatto? Dopo aver realizzato il boom economico ci siamo tuffati nella corsa al consumismo sperperando e indebitando anche i nostri nipoti. La Federica, architetto, finalmente ha trovato una sistemazione buona ed è caduta nella pandemia. Continua a resistere mostrando carattere e coraggio ma a quale prezzo?

Altro esempio Carlo e Brenda, avevano preparato con cura e passione un periodo di studio all’estero e sono stati fagocitati dal virus in Belgio, chiusi ormai da 16 mesi in casa studiando via etere. Come possono resistere? Emma è stata bloccata in Gran Bretagna dalla pandemia al tempo della laurea e ora a lavorare lontana da casa, da sola, rinunciando a continuare gli studi per una specializzazione e senza poter programmare il futuro. Resisterà? Dario, oggi non più solo ma con Sidney, è soddisfatto del suo lavoro che svolge da casa ma non può programmare il futuro a due. La Marta, come Dario, lavora da remoto, è un modo di vivere irreale. Tutto mi è incomprensibile, ecco perché cerco di capire, se non giustificare, il comportamento dei giovani.

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