Buon compleanno ad Alessandro, mio bisnipote!
È in prima elementare e al telefono mi descrive le peripezie scolastiche tra quarantena e tamponi. Mi racconta quanto a lui piaccia andare a scuola, sono contento.
Covid. 267 decessi, 10.585 nuovi contagiati. La tendenza è in miglioramento. Per capire l’andamento della pandemia in questo periodo di aperture, sto tentando un grafico morti e contagiati. Oggi sul giornale leggo un interessante articolo di Paolo Giordano, l’assurdo modo di valutare di come ci si contagia. Dice: dopo l’assembramento a Milano per festeggiare l’Inter aspettiamo una decina di giorni per capire se ci saranno conseguenze. Vale a dire che inseguiamo l’evolversi del virus anziché prevenirlo! Sappiamo bene che il contagio avviene per contatto, per prossimità, punto e basta. Faccio un esempio: non si dà la multa al conducente perché corre a 200 km l’ora e si schianta, ma si dà la multa al conducente perché va a 200 chilometri l’ora affinché impari a ridurre la velocità. Questo si chiama prevenzione, senza se e senza ma. Tutte le scuse per fare diversamente come apertura mirate etc. è un prenderci in giro. Ne è conferma il concetto di rischio calcolato che non esclude la mortalità, ma che questa rimanga entro i limiti dell’accettabilità predefinita. In ogni caso il rischio calcolato si applica nella casistica in cui ci sono in gioco poste altrettanto importanti quali sono quelle del pane quotidiano che viene a mancare. Non certo per festeggiare un evento che non ha nessuna ricaduta sostanziale. I festeggiamenti pro Inter in piazza al Duomo di Milano!