Ieri ho utilizzato il numero 316, i morti giornalieri, come una clava contro la superficialità, superlega di calcio e la scena in rete del Grillo. Ebbene quel numero oggi è balzato a 390 a ricordarci di essere più seri. Ho già citato la Sardegna che in tre settimane è passata da zona bianca a zona rossa. Ora la cronaca ci pone il caso India. Nella speranza di dare fiato alla contrazione economica hanno concesso in India delle aperture: 1,6 milioni di contagiati in una settimana, 250.000 casi giornalieri negli ultimi sei giorni, nell’ultimo giorno 1761 morti. L’India ha superato il disastrato Brasile in un inconsulto tentativo di aiutare l’economia. Il pneumologo Luca Richeldi dice “la gente è esausta, ogni sacrificio ha un limite”. Condivido l’affermazione nell’ambito del rischio calcolato e con strumenti idonei a fare una rapida marcia indietro dalle aperture ipotizzate. Non può essere indicata come soluzione della pandemia la morte di molti!
Torno a ricordare che la Serenissima nel XV secolo uscì dalla peste lasciando per le calli due terzi dei suoi abitanti, 40000 morti su 60 mila.
Dal libro “Mi sono sbottonato” propongo con le pagine 144-148 la riscrittura di un diario perduto del 1950. La meta: Roma passando per Assisi. Un diario di viaggio perduto, 1950