Nel tentativo di capire qualcosa della situazione odierna quanto mai confusa mi sono rivolto ai numeri applicati a casi analoghi. La Germania e l’Inghilterra contano 1000 morti al giorno. Due Nazioni dal comportamento diverso, sparigliata e vivace l’una, ordinata e responsabile l’altra. È un paradosso che fatico a leggere. Italia: i soliti 5-600 decessi giornalieri! Tragica routine che non riusciamo ad interrompere, accettandola supinamente.
Veneto: la regione additata a modello per ordine e rispetto delle regole è caduta nella seconda ondata vittima prediletta del virus. Vado a elencare i numeri che evidenziano l’enigma. Dal 9 marzo 2020: da zero a 1000 decessi nei primi 56 giorni, da 1000 a 2000 decessi nei successivi 58, da 2000 a 3000 decessi in 151 giorni, da 3000 a 4000 in 16 giorni, da 4000 a 5000 decessi in 16 giorni, da 5000 a 6000 decessi in 11 giorni, da 6000 a 7000 in 10 giorni.
Al 6 gennaio siamo a 7138. Dettaglio: l’85% dei defunti aveva più di 70 anni. L’aspettativa media di vita è scesa di un anno e mezzo. Neanche negli anni della seconda guerra mondiale si leggevano questi numeri. Il caso Veneto mi fa dire che la diffusione virale non avviene solo secondo i canali individuati ma anche secondo altre modalità. Questo dilemma sconcerta portandoci a ulteriori incertezze. Su tutto questo aggiungiamo il guazzabuglio politico imperante nel governo nel districare la matassa degli interessi di parte dei contendenti politici nostrani.
La politica mondiale non è da meno. Gli USA, sottoposti quanto noi alla pandemia, distraggono le forze in una bega di potere scatenata dal folle Trump. Incomprensibile. L’unica notizia confortante è l’andamento delle vaccinazioni nella speranza che ci porteranno fuori da questo inferno sia pure fra mesi.