I commenti di oggi si riassumono con i numeri: 460 decessi del giorno e 24 mila contagiati che assicurano la letalità agli attuali livelli per le prossime settimane. Oggi ho letto una notizia sorprendente, ma a pensarci ovvia! E descrivo per esteso com’è maturata.
Un anno fa, il 3 marzo, un Ministero di Nuova Delhi con poche righe bloccò le esportazioni di 27 ingredienti farmaceutici. La società ospedaliera italiana comunicò al governo la carenza di 18 farmaci. Proprio ieri l’India ha proibito l’esportazione di vaccini. Il più grande produttore al mondo di vaccini è una società Indiana. Una parte della materia prima per il vaccino antiCovid viene trasformata dalla Catalent di Anagni, Italia e proviene proprio da quella società indiana. Questa è la premessa.
È d’obbligo che per produrre un vaccino a meno di €2 alla dose lo si deve produrre laddove il costo del lavoro è basso. In India. È evidente che se il mercato globale è disposto a pagarlo di più, il prodotto andrà in quella direzione qualunque siano le clausole contrattuali. Usa e Gran Bretagna hanno investito moltissimo e ora hanno un vaccino disponibile. Noi avevamo la società IRBM di Pomezia che collaborava con Oxford per il vaccino. Il governo Conte ha pensato bene, in piena pandemia, anziché investire in una collaborazione con la IRBM di Pomezia e avere un accesso privilegiato al vaccino, di investire nella ormai più che decotta Alitalia e Ilva, obsolete! A nessuno dei nostri notoriamente incompetenti governanti è venuto in mente che ogni mese passato in zona rossa perdiamo una decina di miliardi. L’Europa un centinaio! Per oggi abbiamo di cui riflettere.