diario dalla finestra di casa

2 febbraio 2021

2 Febbraio 2021

Covid: continua l’altalena, i decessi aumentano i contagi diminuiscono. Al lunedì il numero sono normalmente incerti perché nel fine settimana diminuiscono le attività di monitoraggio. Aspettiamo. 

Il 2 febbraio di 62 anni fa nasceva la Betti. Fu il periodo più bello della mia vita, avevo dato l’avvio alla realizzazione dei miei sogni ai quali lavoravo accanitamente, per dire con tutto me stesso, per farli diventare realtà. Quei sogni. L’incontro con la mamma, l’amore, la condivisione. L’appartamento nuovo, in affitto, tutto bianco, arioso, al terzo piano con vista sui tetti allora più bassi e a nord il Grappa e dall’altra parte i Colli Euganei, nella zona degli Ognissanti della mia infanzia. Era poco o nulla arredato, volevamo farlo nel tempo con i nostri mezzi che maturavano via via. Era tutto gioioso. Il tempo della gravidanza è stato scandito dal vomito della mamma e alle pastasciutte a seguire a che non mancasse il nutrimento al nascituro di giorno e di notte, a cui la Franca non si sottraeva mai. L’ultima vomitata l’ha fatta poche ore prima del parto, ero diventato esperto nella gestione del fenomeno. La nonna era felice nonostante il disagio. Il mio lavoro andava bene e anche qualche risultato. 

Dopo il parto, tornati a casa in 3, ci furono giorni di incertezza: avrà mangiato abbastanza? al primo ueee, perché piange? Ha fame? Dolori? Caldo? Freddo? È bagnata? È sporca? Troppa luce? Il buio? Queste cose non si sono ripetute con Marco, Paola e Rita, avevamo fatto esperienza. 

Aveva sei mesi quando siamo andati in ferie a Castel Tesino, uno dei miei tanti sogni, sognati. Una casettina tutta geranei e legno lucido esposta al sole e i vicini di casa, Fernanda e Aldo, una coppia di Padova sui 40 anni che subito adottarono la Betti, ne furono padrini di cresima. Il fotografo Danesin

La nonna era sempre allegra e spensierata, anche troppo. Frequentavamo alcuni amici di sempre e per sempre. Ma eravamo più che impegnati a gestire il nuovo, c’era molto da imparare. A noi sembrava che le conoscenze delle nonne non fossero attuali quindi eravamo sospettosi. Un tempo corto, ci pensarono i tre in lista d’attesa a vivacizzare la situazione riportandoci con i piedi per terra. Ci domandavamo: quando arriveranno altri figli dovremmo suddividere il nostro amore per 2, per 3, per 4, per n?

Abbiamo scoperto che l’amore non è un’entità suddivisibile, ce n’è per tutti. Si espande ma non si rarefà. È come l’universo che si espande all’infinito. Un mistero!

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