Riflessione sulla scuola. Non dimentico il Covid. Non è possibile non vedere l’ombra delle vittime giornaliere e il Minotauro che esige ogni giorno le vittime sacrificali. Per almeno altri 15 giorni nulla può cambiare.
Stamattina l’entrata della scuola media era deserta, che tristezza. Entravano alla spicciolata i professori per le lezioni a distanza, quanto mai insufficienti alla buona preparazione culturale e ancor meno sociale. La scuola è un dente fondamentale dell’ingranaggio della società. Se questo dente si logora il sistema regredisce. È già successo nella scuola, dallo splendore della civiltà di Roma all’oscurantismo dell’evo antico dove le vestigia della città eterna erano pascolo per le greggi. Tutti riconoscono, a parole, la primarietà dell’istruzione delle nuove generazioni ma nel concreto si preferisce lo svago, la movida, il tutto subito.
Non smetterò mai di ricordare l’estate scorsa quando i costruttori edili veneti si sono proposti di lavorare giorno e notte per rinnovare l’edilizia scolastica fatiscente e inadatta a fronteggiare la pandemia alla ripresa dell’anno scolastico e come risposta ci siamo trovati con i banchi a rotelle oggi stivati nei magazzini perché inadatti. Frutto dello slogan “uno vale uno”, prateria aperta all’incompetenza.
Dal libro” Mi sono sbottonato “alle pagine 143-144 racconto di “Due insoliti incidenti in montagna “.