Covid. Sono giorni di emergenza, è la cavalcata finale del virus verso il picco di fine mese. Li sto vivendo con più preoccupazione dall’anno scorso. In quei giorni e per mesi a seguire, in famiglia eravamo alle prese con il grave stato di salute della nonna Franca. L’appartamento era sottosopra per adattarla alla presenza di una badante 24 ore al giorno. Quasi nulla l’assistenza sanitaria, alle prese con il virus in espansione. In quei giorni vivevo in uno stato vegetativo e pieno di dolori alla schiena.
Le figlie sorrette da uno spirito incredibile riuscirono a far uscire la nonna dall’incoscienza alla quasi normalità, è rimasta una forte carenza mnemonica conseguente al ricovero ospedaliero. Mentre all’esterno aumentava la pandemia, un migliaio di decessi giornalieri.
Proprio in quei giorni le figlie mi suggerirono di tenere il “diario alla finestra “. Un’idea “salvatrice”. Quasi nulla potevo fare per la nonna, mi stavo perdendo, andavo alla deriva in balia delle onde. Per stilare il diario ho dovuto informarmi, guardarmi intorno.
Mi resi così conto di quale evento straordinario ero testimone. Dove era coinvolto il mondo intero. Una nuova guerra mondiale contro un nemico invisibile, imprevedibile che si lascia dietro una scia di morti e spunta dove meno te l’aspetti. A Vo’ Euganeo, un paesino sperso fra i colli, il primo decesso. L’unica difesa, comunque non totale, il rispetto di regole da parte di tutti, non c’è modo di salvarsi da soli e, a maggior ragione, noi gran vecchioni totalmente dipendenti dagli altri.
Per completare il diario odierno propongo dal libro “Mi sono sbottonato” alle pagine 19-23 “Trasgressioni”.