diario dalla finestra di casa

20 dicembre 2020

20 Dicembre 2020

Caro Antonio, da un po’ di tempo ogni venerdì faccio questo: distribuisco cibo pronto da mangiare e mascherine ai poveri. Tuo Dheeraj

Ho ricevuto da un’altra parte del mondo notizie della pandemia che sta mietendo vittime in un contesto ambientale davvero tragico. Quanto a mortalità non più dell’Italia ma per le condizioni sanitarie insufficienti e di povertà estrema di una larghissima fascia di persone, bimbi anziani per primi.

È l’India. Un conoscente, che mi ha seguito dal 2013 al 2016 nella mia permanenza indiana come interprete, mi ha inviato un messaggio accompagnato da fotografie che mostrano la situazione a Nuova Delhi. Le foto dicono già molto ma vi assicuro che ciò che non si vede è ben più misero e degradato, ovunque una varia umanità che vagola errabonda senza, sembra, meta o scopo. Se a quello che io ricordo di quei posti  sovrappongo la contingenza coronavirus, mi fa supporre un disastro umanitario. A fronte di tanta tristezza noi siamo qui ad arrovellarci per farci autorizzare i bar aperti per l’aperitivo, le piste innevate artificialmente per sciare e i ristori al 93% e non al 72% del fatturato dell’anno scorso! Qui di seguito allego il messaggio e le foto ricevute il 18 dicembre senza alcun commento, se non invitarvi a riflettere. Di seguito la risposta da me data a quel mio conoscente.

“Carissimo Dheeraj, il tuo messaggio e le fotografie mi hanno profondamente colpito. Penso alla tragica condizioni in cui vivono milioni dei tuoi connazionali in una società che non ha ancora raggiunto condizioni sanitarie ed economiche essenziali. A maggior ragione mi ha commosso il tuo operato che mi rende orgoglioso di averti conosciuto. Il tuo messaggio mi fa capire che tu stai bene e così la tua famiglia a cui faccio gli auguri che l’anno nuovo ponga fine a questa calamità e ci dia speranza per i nostri figli. Qui da noi la situazione è grave, L’Italia ha un alto tasso di mortalità e il Veneto, la mia regione, è la più colpita pur avendo le migliori strutture sanitarie. Noi siamo chiusi in casa e siamo aiutati dalle nostre figlie che ci garantiscono tranquillità. Tantissimi auguri. Antonio”

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