diario dalla finestra di casa Nonno, parlami di te

18 novembre 2020

18 Novembre 2020

Covid. Con estrema difficoltà lo spiraglio di luce in fondo al tunnel resiste. I deceduti sono aumentati com’è nello stato delle cose prima che gli effetti che il rallentamento della curva facciano sentire il beneficio. Quella che è in rapida ascesa è la confusione della classe dirigente, in primis la politica seguita dall’incompetenza dei gangli manageriali della cosa pubblica. La causa di tanto squallore, vedi Calabria, è da ricondurre a un mio vecchio cavallo di battaglia, forse sono rimasto il solo a sostenerlo, al 1968 e successivi 10 anni che hanno partorito la laurea di gruppo con il 36 politico e, ora, dell’uno vale uno portato avanti dalla accozzaglia di incapaci, incompetenti dei 5 Stelle. Fra non molto questa mia memoria sarà spenta e allora ricomincerà un nuovo Evo. Con la caduta dell’Impero romano il progresso si fermò, si persero le conoscenze, si sprofondò nella miseria dell’Alto e buio Medioevo. Ci vollero 6 secoli per dare l’avvio al Rinascimento e all’era moderna. In questa infausta direzione c’è, è di oggi la notizia, che il 40% della popolazione dichiara che non farà il vaccino anti covid. Come va interpretato? 

Dal libro “Nonno, parlami di te” a pagina 37 rispondo alla domanda: “Scrivi qualcosa a proposito dei tuoi fratelli. Quando sono nati? Quali eventi avete vissuto insieme?”.

 
Eravamo quattro fratelli, due maschi e due femmine. Io sono del 1931, mia sorella Luigina, detta Cicci, era del 1932, purtroppo è già defunta da molti anni. Mio fratello Vittorio porta il nome di mio zio Vittorio, fratello di mio papà morto molti anni prima che noi nascessimo, era del 1934, è morto nel 2018. Mia sorella Giannina è nata nel 1942 a gennaio, all’inizio della guerra.

Dirò subito di Giannina. Quando iniziarono i bombardamenti aveva solo 2 anni pertanto quando suonavano le sirene di allarme antiaereo dovevamo allontanarci da casa e portarci in aperta campagna, sia di giorno che di notte. Noi più grandicelli dovevamo essere autonomi nello scappare verso la campagna perché mamma Emma doveva preoccuparsi della piccola Giannina. Tenevamo i nostri vestiti in ordine per essere rapidamente indossati per fuggire. Della Giannina ricordo poco perché c’era la Cicci che aiutava per questa incombenza.

Un episodio di noi tre: io, la Cicci e Vittorio, penso fosse il 1935, fumo ricoverati in pediatria tutti insieme per una forma violenta di enterite. Eravamo in una stanza isolata. La mamma teneva in braccio Vittorio piangente. Ho già scritto ampiamente di questo fatto, a quell’età una differenza di 3 anni con Vittorio era tale da non avere interessi e amicizie comuni. Frequentavamo scuole diverse, io in via Belzoni, loro a San Lazzaro. Un aneddoto, che non c’entra con i fratelli, un particolare curioso. Quando le sirene suonavano con il loro urlo lacerante, avevano un tempo di avviamento, forse mezzo minuto, in cui emettevano un rumore sordo. Ebbene, noi sentivamo quel pre-suono tanto che quando la sirena suonava noi eravamo quasi pronti.

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