Covid. Siamo in bilico, la curva epidemiologica sembra incerta su quale direzione andare. Io spero.
Oggi faccio alcune considerazioni, comunque tristi. Osservo da tempo il comportamento della gente di fronte a questa calamità. A quella fascia che ha trasformato il sentimento di solidarietà umana della prima ondata del virus in contrarietà animale in questa seconda ondata. Coloro che esaltavano gli eroi che lavoravano indefessi a soccorrere gli ammalati Covid a rischio della vita, molti di quegli eroe si sono immolati.
Chi sono costoro, i voltagabbana? Una piccola fascia sono i negazionisti, di questi si può dire che sono quelli che negavano già il vaccino antidifterico, che sarebbe come negare la penicillina per la tubercolosi. Per costoro rimane solo la compassione dei mentecatti, oppure una legge per chiuderli in un lebbrosario dismesso.
Ma chi sono gli altri che ora si accalorano ad accusare i medici di gridare al lupo al lupo mentre, secondo i negazionisti, le corsie sono vuote e fanno girare l’ambulanza a sirene spiegate, vuote, per terrorizzare la gente? Si sono verificati casi di insulti e aggressioni fisiche verso gli addetti alle ambulanze in questa seconda ondata del virus. La spiegazione che ho trovato, non certo una giustificazione, è quello che ho già scritto tempo fa sul libro “Mi sono sbottonato” a pagina 80 con il titolo “Spazio vitale”, cioè la follia per la sopravvivenza. O ancora nella Divina Commedia, quando Dante racconta del Conte Ugolino, condannato a morire di fame con i figli e i nipoti rinchiusi nella torre, il cui istinto di sopravvivenza sopprime ogni dignità: “Poscia più che ‘l dolor potè il digiuno” canto XXXIII, Inferno.
Infatti ai medici e agli operatori delle ambulanze è che tolgono la possibilità di curare gli ammalati che sono fuori degli ospedali di altre patologie. Mi domando: sono possibili simili aberrazioni? Forse sono inconsce?