“Nonno raccontami di te”, pagina 75.
Il Covid continua la sua marcia, sono raddoppiati i decessi. Si attendono, fatalmente, nuovi provvedimenti restrittivi. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario, ha fatto un appello facile da capire e facilmente applicabile: solo scuola e lavoro, tutti gli altri impegni, tutti, vanno annullati. Io soggiungo pronti ad altri provvedimenti restrittivi imposti dal rincrudirsi del virus.
Per distrarmi dal contingente leggevo una risposta da me data alla domanda: “Cosa ti piaceva di più del tuo lavoro e cosa non ti piaceva più di tanto?”. Dal libro “Nonno raccontami di te” pagina 75.
Ciò che mi entusiasmava nel mio lavoro erano gli aspetti tecnici che sono riconducibili alla razionalità e cioè: esperienza, competenza, buon senso, coniugati con la buona volontà. Questi sono i pilastri portanti dell’impresa industriale. Quando questo equilibrio viene compromesso dall’ideologia, il sistema va in crisi. Questi presupposti non sono compatibili con gli interessi di parte espressione dell’ideologia. Le ideologie, fasciste, naziste, comuniste e per certi versi anche capitaliste, hanno fallito creando lutti e danni incalcolabili, quando l’ideologia dell’uno vale uno, che esclude il merito, la competenza, lo studio, creò disagio sociale dovuto al disinteresse a fare “del proprio meglio”. Quando l’ideologia è entrata in azienda ho avuto difficoltà e amarezze da togliermi le forze. Ho collezionato brucianti sconfitte nel combattere contro questo moloch. Ho scritto molto a questo proposito.