diario dalla finestra di casa Nonno, parlami di te

12 ottobre 2020

12 Ottobre 2020

Oggi mi hanno appiccicato addosso un’apparecchiatura per darmi una controllatina al cuore, vecchio e consunto. Ma molto lavorato! Non ho voglia di affrontare le traversie del Covid di questi giorni. Propongo un raccontino nostalgico.

Dal libro “Nonno raccontami di te” a pagina 99 rispondo alla domanda: “Qual è stata la tua prima auto? Dopo quella quale ricordi con piacere? Guidavi la moto?”

La prima auto fu la Fiat 600, le cui porte si aprivano controvento, color pervinca, PD 76651. Rappresentò un simbolo, si diceva che ero uno che ce l’aveva fatta! La scalata sociale. Era il 1961. Questi erano i parametri di riferimento, da molti ero guardato con invidia, ma con ammirazione da altri che sapevano bene con quanta passione operavo per dare alla famiglia il meglio. Purtroppo l’ho tenuta solo per un paio d’anni. L’ho distrutta con un frontale con un platano. Non sono riuscito a ricostruire la dinamica dell’incidente. Era l’alba, ero partito da pochi minuti da Jesolo dove la Franca con i bambini erano al mare. Qualche giorno di ospedale, molti dolori, e la perdita dell’auto. Subito dopo abbiamo acquistato, usata, una Bianchina 500 familiare, dalla forma di una mini station vagon. Starci dentro in 6 era un rebus. Solo nel 1969, l’anno dello sbarco sulla Luna, il nuovo acquisto. Il ricordo è abbinato alle ferie in quel di Auronzo con la nuova Fiat 1100 R targata PD 210… Davvero comoda e bella dopo l’esperienza Bianchina. Un aneddoto su questa auto: nel mio primo viaggio in India nel 1999 le grandi città erano invase da 1100 R, in particolare taxi. L’ho tenuta fino al 1981.

L’ho sostituita con una Fiat 130, usata, acquistata dalla Zetronic con parte della liquidazione. Era enorme e comoda. È stata opportuna, era il tempo del mio trasferimento per lavoro in Lombardia. Nel 1983, con l’avvio della ITRAT, l’azienda appena nata mi ha messo a disposizione la prima Fiat Croma e 10 anni dopo ancora una seconda Croma, anche queste due molto comode per i miei frequenti spostamenti di lavoro. Dopo 10 anni l’ho sostituita con la Fiat Multipla a gas. Con questa ho concluso la mia esperienza automobilistica, salvo per un ultimo anno in cui ho adoperato una vecchia Meriva distrutta in un incidente (non mio!) dopodiché ho rinunciato alla patente per non essere un pericolo stradale per gli altri e per me. Avevo 88 anni.

Non sono mai stato particolarmente attratto dall’uso dell’auto. Ero distratto dal mondo esterno, il che poco si concilia con le esigenze di una guida accorta. Non ho mai posseduto la moto, l’ho usata raramente da giovanissimo.

I bei ricordi l’auto me li ha dati per quello che mi ha consentito di vedere e vivere del mondo: paesaggi, opere d’arte e convivialità in particolare con la famiglia. Con l’importazione dell’auto nella società si è diffuso il detto che l’auto aveva sostituito il filò della famiglia in stalla nelle serate invernali!

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