diario dalla finestra di casa

6 ottobre 2020

6 Ottobre 2020

Ho letto uno studio medico ampio e ben argomentato sulle persone asintomatiche affette da coronavirus. Lo studio espone un aspetto informativo molto rilevante: gli asintomatici sono numericamente molti di più degli ammalati e pertanto possono essere una “bomba” contagiante.

Chi sono gli asintomatici? Solo coloro che sono stati contagiati e sono pertanto loro stessi portatori di contagio verso gli altri. Lo studio ha precisato che non sono portatori sani del virus. È cultura corrente che il portatore sano non sia malato di quella specifica malattia. Ma gli asintomatici non sono omologabili ai portatori sani. infatti l’asintomatico è a tutti gli effetti un ammalato di coronavirus e ne sopporta le conseguenze: atrofizzazione polmonare, infiammazione del miocardio, le conseguenze sono oggetto di studi in atto. Perché questa mia puntigliosa precisazione? La corrente di pensiero negazionista di questa pandemia mette gli asintomatici, che sono di gran lunga la maggioranza rispetto agli ammalati, in una categoria inerme, quasi a nasconderne la pericolosità, inducendoci così a sottovalutare il pericolo. Si ripete quando avvenuto in coda alla prima ondata, quando gli epidemiologi dichiararono che il virus non esisteva più sulla base di indicatori tecnici che solo i professionisti del settore capiscono, io non l’ho capito, così come non lo hanno capito la maggioranza degli italiani che non hanno frequentato medicina all’Università, conseguentemente si è recepito un “tutti liberi” che tanto male ha provocato l’estate scorsa. In questi frangenti gli esperti devono, per etica professionale, concordare tra loro espressioni lessicali chiare e facilmente comprensibili e tenere le elucubrazioni scientifiche nell’intimo dei loro santuari e non cercare facile visibilità mediatica!

La stampa odierna sotto sotto ci dice che abbiamo perso molta memoria dei mesi di marzo e aprile. Forse pensiamo che i camion militari che trasportavano le salme fosse un documentario di guerra altrui.

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