Covid: ieri preallarme, oggi permane. Si cominciano a vedere iniziative di protezione, sono però sparse tra le varie regioni. Mi auguro che prima che entrino in conflitto tra loro una sola regia li coordini. Evitare cioè che gli incoscienti trasmigrino alla ricerca della discoteca facile!
Vorrei ora cercare di vedere il problema da un punto di vista globale, per capirci della terra tutta, del globo terracqueo che è unico, non ne abbiamo uno di scorta. Dovremmo essere una sola famiglia, invece sono 200 stati sovrani dalla Cina con un miliardo e mezzo di abitanti alle Isole Samoa con poche migliaia, che hanno una visione del mondo diversa, non solo per ragioni numeriche ma anche per motivi a volte irrazionali.
Alcuni esempi:
– interessi nazionali, Cina
– follia del capo, Brasile Bolsonaro
– ideologia, Russia Putin
-difesa dell’orticello, Danimarca
– Bokassa, defunto
– variabile con brio, Gran Bretagna Boris
– incomprensibile, USA Trump
– incompetenza, Italia Di Maio
e via elencando.
È di oggi la notizia del contagio di Trump, evidentemente l’endovena di candeggina non ha funzionato. Una famiglia in cui ognuno fa ciò che le pare è destinata a disfarsi. Dopo la fine della prima guerra mondiale si tentò con la Società delle Nazioni e dopo la Seconda Guerra Mondiale ci si riprovò con l’ONU senza esito, gli interessi dell’uno prevalsero su quelli della comunità. La pandemia non è un problema di alcuni, poveri o ricchi, potenti o schiavi, essa è “À LIVELLA” Totò docet. Il contagiato Trump lo dimostra.
Forse sto dicendo una blasfemia: non è che ci vuole un pater familia nei momenti di calamità? Oppure, come ho detto in un’altra occasione, dovremmo inventare un algoritmo che a fronte di certe condizioni di emergenza imponga il da farsi.
È solo fantascienza un tantino ingenua? “Chi controlla il costruttore e manutentore dell’algoritmo? Un altro algoritmo?” Mi sento impotente.