Ieri ho ricevuto un messaggio che mi ha commosso. Si parla anche di Covid. Premessa: nel 2012 ho fatto un viaggio meraviglioso, memorabile di cui ho ricordi alla Marco Polo! Etiopia, partendo da Addis Abeba e poi verso l’altipiano del Tigrai a nord passando per Lalibela, il paese le cui chiese copte sono scavate nella roccia. Una sera al buio fuori dall’albergo stavo guardando un cielo stellato fantastico, le cui stelle e galassie erano splendenti e fitte come un prato di margherite a primavera. Un cielo che non conoscevo. Mi si avvicinarono quattro ragazzi, forse di 15 anni, in qualche modo scambiammo qualche parola e alla fine i numeri telefonici. Dopo il ritorno in Italia abbiamo avuto qualche contatto e la cosa finì lì. Qui di seguito trascrivo il messaggio ricevuto.
Mio caro, Toni! Come stai andando in quegli anni? Come stanno andando le tue famiglie e le cose per te? È mio sincero augurio che tu stia al meglio della tua salute e spero che anche le tue famiglie stiano bene! Inoltre, sto ancora bene e in buona salute nonostante il coronavirus sia agitato in tutto il paese! Le situazioni del virus di tanto in tanto nel mio paese diventano difficili e il numero di persone infette aumenta di giorno in giorno. In effetti prego ogni giorno per la misericordia di Dio onnipotente di fermare il peggioramento di questo virus epidemico e le mie preghiere sono sempre anche con te e anche le tue famiglie. D’altronde, com’è la situazione del coronavirus nel tuo paese?? Spero che tu stia andando bene lì e l’unico modo per essere sicuro del tuo benessere sarà ricevere notizie e aspetto con gioia di sentirti presto! Alla fine, per favore trasmetti i miei cordiali auguri e i migliori salute per le vostre famiglie!! Possa la protezione dell’onnipotente Dio essere su di te e sulla tua famiglia. Tuo Abi da Lalibela, Etiopia.
Queste parole, rese ingenue anche dalla traduzione, mi hanno commosso. Pensando alla morfologia di quel territorio d’alta montagna, coperto di ambe aspre, arido, di agricoltura primordiale, l’impatto pandemico sarà devastante. Ho così risposto.
Caro Abi Melkamu, sono particolarmente felice di sentirti. Mi hai commosso. Certamente i miei 90 anni non mi aiutano ad affrontare il tremendo problema del coronavirus. Finora io e le famiglie dei miei cari siamo stati risparmiati dal contagio, ma è dura per tutti resistere a questo invisibile nemico. Guardo con molta apprensione alla situazione del tuo paese e di tanti altri paesi africani che, purtroppo, non sono molto attrezzati ad affrontare una simile calamità. Penso a quelle famiglie sparse tra le montagne in alta quota dove tutto è difficile da trovare, acqua, cure mediche, ospedali! Tutti dobbiamo fare del nostro meglio per proteggerci e così proteggere anche gli altri, e poi rivolgerci all’Onnipotente che ci aiuti a sopportare con cristiana pazienza questo momento difficile. Ti faccio molti auguri anche ai tuoi cari. Un bacio da Toni.