Sulla questione coronavirus dovrei ripetermi e diventerei pedante, anche se i motivi per esserlo lo giustificherebbero. Riporto due voci autorevoli che con estrema chiarezza, con cognizione di causa, con onestà professionale, hanno dato voce e conferma a sentimenti che ho più volte espresso relativamente al virus e alle conseguenze economiche.
Il professor Galli, che segue la pandemia da quando è sorta, esprime il suo pensiero, non solo sotto l’aspetto medico ma anche economico, circa le restrizione atte a contrastare i contagi. Così recita: A) ogni attività che non sia essenziale va tenuta chiusa senza se e senza ma. Ad esempio le discoteche. B) le attività essenziali vanno aiutate a far sì che sia ridotto al minimo il pericolo di contagio. Questo vuol dire dividere l’essenziale da quello che non lo è! Esempio
il pane è essenziale la brioche no
Il lavoro lo è la vacanza e la discoteca no
la sanità sì la chirurgia estetica no
la scuola sì, la gita scolastica no La mia gita scolastica fu a una fonderia all’Arcella! E via elencando.
Mario Draghi, ex governatore BCE, indica il suo pensiero sull’uso degli aiuti/prestiti europei. Devono sostenere e creare attività che creino lavoro, ricchezza. Non possono essere dati a pioggia all’assistenzialismo. Definita questa discriminante, essenziale, il politico deve-dovere-responsabilità-buonsenso, chiudere gli occhi e il cuore ad ogni istanza fuori da questo schema e legiferare, senza pensare al consenso elettorale. Certo si dovrà pensare a chi questa calamità ha sacrificato. Dovranno essere sostenuti nei limiti di una modesta ma dignitosa condizione senza per questo intaccare le risorse destinate a creare lavoro e ricchezza.
Dobbiamo dare speranza ai figli nel futuro e non lasciare il macigno del debito pubblico che noi cicale abbiamo creato nell’estate del Bengodi del Paese delle meraviglie.