diario dalla finestra di casa

11 agosto 2020

11 Agosto 2020

Ho la sensazione di essere paranoico nel continuare a parlare del virus e dei comportamenti degli umani nei suoi confronti. Anche oggi analizzo una notizia.


Un padre facoltoso, ho aggiunto l’aggettivo a ragion veduta, ha concesso al figlio di andare in vacanza in Grecia con dieci amici. A ritorno, grazie alla disponibilità economica, ha fatto fare il tampone al figlio il quale, sebbene asintomatico, è risultato positivo, come altri quattro della comitiva. Dice il padre: temendo per la madre cardiopatica. Non oso pensare, dice il padre, cosa sarebbe successo se non avessi avuto questa iniziativa! Dice sempre l’avveduto genitore: non attribuitemi meriti speciali, ho solo cercato di cautelare i miei cari.
Prima osservazione: non tutti hanno possibilità economica di fare tamponi tornando dalle vacanze. Ben più è rilevante la seconda osservazione che copre una tremenda ipocrisia! È stato rispettato il principio, a cui siamo tutti tenuti ad aderire per la nostra e altrui sicurezza, di “massima cautela”? Se non ce l’ha il ragazzo per la sua inesperienza di vita, la deve avere il padre che lo ha finanziato.

Ecco l’ipocrisia. Quindi chi ha sbagliato primariamente siamo noi adulti. Non esiste la responsabilità qualificata in ognuno di noi. Tocca alle autorità, da noi delegate, garantire che la libertà di alcuni non leda la libertà degli altri, a maggior ragione se c’è in gioco la vita stessa come è nel nostro caso.
Dopo questa descrizione non credo proprio che la mia sia paranoia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *