Oggi giorno di riflessioni e nostalgia dal quaderno “Minuterie letterarie”.
Pagina 26-1.
“Bisogno di silenzio, intimità. Scende la sera, distende il suo mantello di vel, e il canto calmo e silente ci accoglie nel mister. O Vergine di luce, stella dei nostri cor, ascolta la preghiera di noi esplorator”.
Oggi mi sono trovato a canticchiare questa canzone. Ha una melodia struggente e triste. Al campeggio, e in ogni altra occasione, se eravamo insieme, col scendere della sera veniva spontaneo fermarsi, tacere e intonare, in morbida sordina, qualche strofa. Sembrava un grazie al giorno vissuto.
Pagina 46-1. “L’allievo e il maestro”, Paulo Coelho
…Il ragazzo, però, non si mosse, e dice: “Come potrò capire se mi sto comportando bene, nel modo giusto? Il vecchio rispose: “Immagina che un maestro eccelso, un sapiente, sia sempre al tuo fianco e adoperati in ogni momento per compiacerlo, onorando i suoi insegnamenti. Taluni chiamano quei sapiente Dio, o la cosa, talaltri lo identificano con il talento.
Io lo vedo anche nella mia coscienza. Quel sapiente non ci lascia mai soli.
“Ho sognato”. Cara Emma, da giorni a metà mattina e pomeriggio mi prende un sonno al quale non riesco a oppormi. Mi sdraio, dormo. Dopo un po’ mi rialzo e continuo nelle mie attività, riposato. Oggi dopo mangiato è arrivata la sonnolenza, ho provato a fare un Sudoku, mi si incrociavano gli occhi e ho ceduto al sonno.
Ho sognato. Ero alla scrivania che stavo scrivendo, in sogno. Sopraggiunse come un vento, non un vento fisico, era l’oblio che spegneva con dolcezza lentamente lo scorrere della penna che rallentava, le parole si formavano sempre più lentamente, sembravano compitate al ritmo della poesia “lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca” finché giunse l’ultima sillaba, che finì incompiuta fino a perdersi, irregolare, fuori dalla pagina. Tutto era pervaso di serenità, benessere, non sentivo il mal di schiena, ero leggero, inconsistente, etereo, era uno spirito, ero l’anima.
Mi sono svegliato e ho pensato: vorrei che il mio passaggio forse così! Mentre scrivo ho gli occhi umidi, sono emozionato a guardare lo scorrere della vita. Forse sono un po’ triste perché vorrei più tempo per scrivere e trasmettere i miei pensieri, i miei ricordi, che continuano ad affiorare.
Nello scrivere continuo a dirmi quanto la mia vita sarebbe stata migliore se avessi potuto leggere le mie riflessioni ed esperienze. Evidente il paradosso. Non avrei potuto trasmettere le riflessioni se non le avessi vissute. Mi piace però pensarlo.
Toni Schiavon, “Ho sognato!”, “Minuterie Letterarie”, pagina 46