diario dalla finestra di casa

22 giugno 2025 – Gioco di calcio, ruspante 

22 Giugno 2025

In questi primi giorni d’estate il sole brucia, mi vedo costretto pertanto a cercare l’ombra che si rintana tra le vie del centro città, strette e porticate. Con il mio triciclo è un susseguirsi di gimcane dentro e fuori tra i pilastri. Approfitto del mio stato di non poter camminare per carpire la pazienza dei passanti. 

Stamane mi son ritrovato in Piazza Insurrezione all’ombra del grattacielo di ben 14 piani. Una scia di ricordi in bianco e nero mi portano ai primi anni del 1940: la piazza allora si chiamava Spalato, era appena stata costruita secondo lo stile voluto dal regime, in bianco marmo pieno di simboli fascisti. L’area in cui verrà poi costruito il grattacielo era in terra battuta e vuota, qua e là qualche cespuglio, da un lato la piazza all’opposto il muro di cinta della Chiesa di Santa Lucia, sulla sinistra un palazzetto medievale salvatosi dallo sfascio del Borgo Santa Lucia per far posto a quello che sarà Corso Milano. Dopo questo escursione topografica vengo al raccontino. 

Allora andavo alla scuola di avviamento al lavoro nella zona Duomo. Al mattino di buon’ora alcuni ragazzi provenienti dai quattro punti cardinali si trovavano in quello spazio sterrato oer una partitina di calcio. La palla era una arrotolata di stracci legati con lo spago, la porta solo una, guardata da un solo portiere, che naturalmente era insultato da entrambe le squadre di partigianeria. Il portiere dovevamo farlo a turno. A definire i limiti di porte e campo le cartelle dei libri di scuola: alcune cartelle erano costituite da due tavolette di legno che tenevano stretti i libri con due cinture di cuoio, quanto mai rupestri! 

La provenienza dei giocatori era da tutta la città: da est io, Dario, Armando, da ovest Cino, Ruggeri, Sarti, da Porta Trento a nord erano in quattro di cui non ricordo i nomi. Di solito a questi si aggiungevano altri che passavano casualmente e si aggregavano. Alla fine la palla veniva nascosta tra i rami di un folto cespuglio che usciva dall’angolo tra il Palazzetto antico e il muro di cinta della chiesa. Non ci è mai stata rubata! Di quei ragazzi in quattro ci siamo ritrovati nello stesso posto di lavoro che abbiamo condiviso per più di 35 anni.

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