Il loro colorito, delle frasi, è quanto mai antico, pertanto reietto al presente che è già di suo difficile da decifrare, non tanto per i concetti profondi e colti, quelli attuali, bensì per il vuoto dei contenuti, tutt’al più fatti di sconce parolacce atte allo spregio più triviale di chi tenta di riportare il confronto su binari civili. Leggevo da Machiavelli (vedi Luciano Fontana sul Corriere della Sera del 16 dicembre 2024) “Triste gente è quella di un popolo che segue lo sbattere di bandiere e stendardi piuttosto che le idee ben masticate”.
Più avanti rincara il suo concetto di politico maturo, sapiente: “Deprecabile non è il tempo che si consuma nel confronto delle idee” mentre è consolidato che mai si troverà rimedio ad ogni problema affrontato sulla spinta dell’applauso.
Gli apparati politici sono incalzati dai “cambiamenti”, vuoi naturali, il clima, oppure delle tecnologie, ad esempio l’intelligenza artificiale nella quale la carente intelligenza della classe politica impreparata preferisce rifugiarsi sotto gli stendardi sventolanti dal popolo tenuto consapevolmente nell’ignoranza per mezzo di una scuola sempre più degradata.
Il centinaio di conflitti di guerra oggi in atto sono il forno di cottura di politiche predatorie dei paesi evoluti tecnologicamente nei confronti di altri impreparati culturalmente e pertanto incapaci di sfruttare le proprie ricchezze, svendendosi ai già ricchi poteri delle multinazionali che tengono le redini tese sui politici incapaci.
Non so proprio come riusciremo ad uscire da questo tsunami!
Nell’ambito dell’Occidente, dove il sistema politico fa riferimento alla democrazia retaggio dell’antica Grecia, mancano i leader che, pur essendo eletti democraticamente, mancano di carisma. Non solo ma anche di capacità e cultura politica. Nel campo avverso, dove l’egemonia è in mano ai dittatori, Cina e Russia in primis, e molte delle nazioni del centro Sud-america, il consenso dei popoli è estortocon il sopruso delle libertà!
Lo smembramento delle comunità vicinali, i quartiere nelle città, le parrocchie ovunque, i paesi di campagna e montagna, si sono disciolti con l’avvento dei mezzi di comunicazione, l’auto ne è il capostipite, hanno frantumato i rapporti interpersonali e tra questi anche le comunità politiche e i partiti quali formatori delle classi dirigenti che conoscevano da vicino il popolo. Oggi si crede di sostituire questo percorso attraverso la rete dove tutti i pontificano senza farsi carico delle responsabilità.