Come ogni fine anno arriviamo alla formulazione del piano finanziario per l’anno futuro. Chiamata semplicemente “la finanziaria” da molti anni ormai è un continuo passaggio tra le forze caudine del debito pubblico che non consente alcun assalto alla diligenza, come di consueto si faceva quando i conti non erano disastrati come oggi. Non solo non sono possibili deviazioni, ma anche non si riesce a fare l’indispensabile senza utilizzare l’arma ammazza governi che sono le nuove tasse o i tagli ai servizi essenziali per non cadere nel vortice haitiano, il debito, come più volte ricordato.
E qui comincia la fioritura delle proposte di varia provenienza. La sinistra chiede la tassazione dei grandi capitali per conquistare il cuore dei poveri, cosa assolutamente inaccettabile per la destra: sarebbe una pietra tombale alla sua politica di riduzione fiscale.
La strada di fare ulteriore debito pubblico ci è impedita sia da ogni buon senso e dalle regole europee ma peggio ancora dei mercati che ci punirebbero con il fallimento. Qualche settimana di botta e risposta inconcludente per le ovvie condizioni sopradette.
Senonché un bel mattino ecco la notizia bomba: le banche si sono rese disponibili a elargire ben 3,5 miliardi di euro nella cassa vuota della finanziaria. La sinistra sbalordita, anzi annichilita, mentre la destra gioisce alla perspicacia di Giorgetti/Meloni per l’incredibile coniglio tirato fuori dal cappello. A questo punto ogni regola contabile salta: il miracolo illumina il cielo! I soloni della finanza sono sconfitti!
Difficilmente però l’inganno può rimanere segreto e tac, esce la notizia del sotterfugio. I 3,5 miliardi che il governo dice di aver sfilato dalle tasche delle banche sono semplicemente un prestito che dovrà restituire fra un paio d’anni!
Con quale faccia Meloni si giustificherà coi suoi elettori? Come farà a stare nel consesso europeo con un inganno di tale fatta?
Così come ha risolto il contrasto con la magistratura sulla diatriba migranti provenienti da Paesi poco sicuri dai quali i migranti fuggono? Semplice, basta cancellare 19 paesi su 22 catalogati dall’Europa e il problema non c’è più.
Un solo esempio: l’Egitto responsabile della morte di Giulio Regeni è un paese sicuro?