diario dalla finestra di casa Libro II

3 luglio 2024 – Il mattone

3 Luglio 2024

Dalla notte dei tempi l’uomo per sopravvivere praticava il nomadismo. Raccoglieva frutti e bacche laddove crescevano, così come cacciava seguendo la transumanza delle mandrie e delle greggi, i luoghi di nidificazione degli uccelli e dei pesci, con l’intento di trarne sostentamento.

Le stagioni climatiche dettavano le piogge monsoniche che donavano verdi praterie che consentivano la procreazione. Ancora oggi in alcuni angoli di mondo esiste la transumanza come retaggio del passato ben radicato nell’istinto primordiale. I nostri pascoli  sulle montagne ne sono un esempio, come le steppe della Mongolia, attività che il futuro farà estinguere. 

Infatti l’uomo migliaia di secoli fa imparò ad addomesticare la natura scoprendo l’agricoltura e conseguentemente ad utilizzare alcune specie animali come risorse alimentari e forza lavoro. Sorsero così i primi insediamenti fissi sui quale sviluppare agricoltura e allevamenti in un luogo idoneo a tale attività, garantendo la sicurezza del popolo, cominciando con l’abitare le caverne. 

Evolvendosi dovette, l’uomo, creare luoghi protetti più vicini alle coltivazioni e costruì protezioni con tronchi e frasche contro le intemperie e gli assalti degli animali selvatici. L’inventiva dell’uomo elaborò tecniche le più diverse per l’abitare, arrivando ben presto al mattone così come lo conosciamo oggi. Caratteristica primaria di questo insuperabile materiale per la costruzione delle case sparse in tutto il mondo anche nei luoghi più remoti è la forma e dimensione a  misura d’uomo. 

Gli antichi egizi ne furono maestri, ottenevano mattoni con un miscuglio di paglia e terra cotta al sole.

Girando il mondo ovunque ho trovato fornaci, nelle grandi città e nei più sperduti villaggi, più o meno sofisticate,  a volte davvero primordiali. Tutte a sfornare quel piccolo parallelepipedo a misura della mano umana con il quale si assembla il piccolo abituro o la grande reggia architettonicamente elaborata e di monumentale bellezza. 

Sembrerebbe che questo oggetto, il mattone, si sia evoluto partendo da una mente geniale per poi conquistare il mondo! 

Penso invece che il mattone sia l’elaborato di una necessità che la specie umana ha modificato adattandola il bisogno operativo. Non vorrei sembrare visionario ma spesso mi sono chiesto perché l’uomo ha sviluppato mani, occhi e gli altri sensi e organi così come li abbiamo oggi? Riposta: per svolgere le nostre attività in modo ottimale. E così si è sviluppato il mattone…

Oggi tecnologie e materiali diversi hanno mandato in pensione il mattone, il quale resiste all’oblio laddove la tecnologia non è ancora arrivata e sono moltissimi i luoghi dove la miseria non consente l’arrivo del nuovo e del progresso. Perciò il mattone avrà ancora lunga vita. 

Nelle nostre città il mattone è diventato un decoro, viene utilizzato per nascondere l’anonimo materiale moderno e dare lusso alle nuove costruzioni, riproponendo le magnifiche costruzioni medievali di cui la Toscana in particolare è un esempio. 

A Padova recentemente è in mostra la storia dall’architetto Daniele Calabi, il quale aveva realizzato alcune costruzioni riproponendo il mattone, che così bene si integra nel tessuto cittadino che testimonia la presenza del mattone da tempi immemori. 

https://www.ordinearchitetti.pd.it/wp-content/uploads/2024/05/Mostra-Daniele-Calabi-a-Padova-_-19-maggio-2024.pdf

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