diario dalla finestra di casa

14 luglio 2024 – L’attentato a Trump

14 Luglio 2024

L’attentato a Trump è un evento storico, non me lo aspettavo, non sono però sorpreso. In qualche modo sentivo che l’attività politica di Trump era foriera di uno sfogo insolito, talmente è fuori di ogni regola l’uomo di cui si parla.

Ogniqualvolta inquadro la figura del biondo spaccone la accoppio a quella di quel fanatico con le corna di bue che andò all’assalto di Capitol Hill dopo le elezioni precedenti perdute. Il programma politico di Trump non trova fondamento nelle regole del convivere dei popoli, ma si rifà alla legge del Far West dove il più forte, il più furbo, il più spregiudicato emerge. 

Ho avuto occasione di dubitare che il popolo statunitense sia davvero uscito dalle regole imposte alla radice della sua esistenza, ai tempi delle carovane dei pionieri in viaggio con le loro famiglie verso luoghi sconosciuti dove ricominciare a vivere in una nuova società che garantisse quello che l’Europa non era in grado di dare. Non vorrei ridurre la potenza democratica che ha pagato a caro prezzo la libertà a nazione incapace di isolare i rigurgiti del suo passato: lo schiavismo, l’annientamento dei Nativi, l’uso delle armi tra la popolazione civile.

Non giustifico il ventenne che ha mancato di pochi millimetri la testa di Trump, ma certamente il vento dell’autodifesa è ancora ben radicato nel profondo mondo agricolo americano. L’eccellente sviluppo scientifico abita nelle grandi città e zone industriali annesse, mentre lo sviluppo culturale trova difficoltà ad attecchire tra le praterie e gli orizzonti infiniti delle zone agricole. Inoltre, l’attrazione delle città fa spostare i migliori talenti ritardando uno sviluppo omogeneo. Niente di nuovo, anche noi paghiamo uno scotto notevole con la fuga dei giovani acculturati verso mondi più evoluti.

Ideologie diverse hanno tentato di risolvere il problema di uno sviluppo omogeneo del progresso e del benessere, con risultati disastrosi, vedi il regime comunista. La Cina si è sviluppata tecnologiamente a spese di una situazione sociale precaria e scarso rispetto per i diritti umani. Certe nazioni africane e sudamericane sono vittime del malaffare. I signori del petrolio interpretano la società e i loro popoli come sudditi del sultano di turno, signore dell’harem e padrone delle loro vite. 

Torno al tema attentato: Ritengo che gli USA sapranno ancora una volta uscire da questo oscuro momento come hanno saputo fare dopo i Kennedy e Martin Luther King!

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