diario dalla finestra di casa

7 marzo 2024 – E qui sta il dilemma

7 Marzo 2024

Ad ogni piè sospinto sorge un groviglio da dipanare, provocato da egoismi, interessi di parte o anche solo di campanile. Parliamo di alluvioni, nulla di nuovo, anzi d’antico, che di questi tempi si presenta con maggior virulenza. 

Da lungo tempo esperti che studiano l’evolversi del clima propongono, inascoltati, soluzioni al contenimento di acque meteoriche confluenti dalle montagne onde evitare vittime e danni materiali. I politici “incompetenti e/o in malafede” nicchiano per non ascoltare la voce della Scienza. Preferiscono investire risorse in progetti di più facile ritorno elettorale, quali sussidi a pioggia o reddito di cittadinanza, o peggio nel bonus del 110% sulle ristrutturazioni! Ad ingrossare il già sproporzionato debito pubblico, un cancro inarrestabile. La proposta di costruire degli invasi ove accumulare le acque nei momenti di maltempo. Alcune regioni lungimiranti ne hanno realizzati con risultati soddisfacenti: è di questi giorni la salvaguardia del territorio vicentino.  Altrove si tenta di realizzare sul greto del Piave un invaso di 35 milioni di metri cubi d’acqua. L’area individuata è nella zona di Crocetta del Montello, il progetto un muro di contenimento di 13 km. I Comuni coinvolti da otto anni discutono, senza risultato, su motivazioni quando mai speciose o addirittura insignificanti. È evidente che è giunto il momento che l’interesse superiore del paese prevalga sulle fisime di pochi. Ne va della vita delle persone cui si sommano i danni miliardari provocati dalle alluvioni. 

Certo che anche l’aspetto paesaggistico è importante, ma non può prevaricare la sopravvivenza di intere zone abitate. Abbiamo goduto di uno sviluppo incredibile nell’ultimo secolo con un uso smodato dell’energia carbonifera, petrolio e gas, è giunto il momento di pagare lo scotto dovuto al cambiamento climatico.

Nella storia della terra ci sono sempre stati i cambi di clima, ma con tempi di migliaia di anni, noi invece ne siamo vittime colpevoli per aver ridotto i tempi del cambiamento a poche decine di anni. Vado anche a sottolineare che certi provvedimenti ritenuti inaccettabili, un esempio le pale eoliche da cui ottenere energia pulita, epigoni dei mulini a vento che hanno consentito la nascita dei Paesi Bassi, sono tutt’altro che un danno paesaggistico ma hanno pure un valore estetico! Le idrovore con cui le hanno sostituite sono dannose dato che consumano petrolio… 

Altra considerazione, cosa sarebbero le nostre Alpi senza i sistemi di dighe per il contenimento delle acque al tempo del disgelo se fossero lasciate allo stato naturale?   

Purtroppo vige la regola che dice: “Per me va bene ogni provvedimento purché non sia applicato all’interno del mio orto!” Aqui está el busillis.

È opportuna un’appendice che fa il paio con quanto sopra detto. È in atto lo sviluppo delle attrezzature per la produzione di energia elettrica pulita, i pannelli fotovoltaici. Anche in questo caso c’è consumo “estetico” del territorio, in ogni caso meno invasivo del consumo territoriale del cemento, e senza compromettere le falde acquifere. Ribadisco che uno scotto va pagato, non possiamo pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Anche questa opportunità deve essere realizzata “al di là della rete del mio giardino”. Sigh!

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