Sulla stampa odierna una notizia mi ha colpito pur essendo i tempi maturi perché maturasse. Mi ha riportato agli anni 50 del secolo scorso, forse anche a prima: leggevo molto di fantascienza, ero incantato dalle avventure con cui Asimov, padre del genere di quelle letture, faceva dimenticare i limiti della realtà. Era un piacevole diversivo dalla fatica di ogni giorno, piuttosto impegnativa. Costava poco sognare.
Gli scrittori fantascientifici anticiparono scoperte incredibili, i viaggi spaziali prima di tutto, e tante altre che oggi sono entrate a pieno titolo nella routine quotidiana. I nostri giovani manco ci badano!
Ogni tanto mi chiedevo se avrei vissuto un avvenimento di uguale importanza dello sbarco sulla Luna e credo sia arrivato senza il clangore del piede di Amstrong sul suolo lunare, ma avrà delle conseguenze per il futuro dell’umanità ben più pesante. L’intelligenza artificiale=AI!
Ieri ho trovato un dettaglio che ne descrive l’impatto sull’avvenire dell’umanità. Una fotografia mostrava un chip grande come una monetina che è stato inserito in un punto preciso del cervello di un uomo con lo scopo di ripristinare delle funzioni perdute a causa di un qualche malore.. Un migliaio di fili microscopici fuoriusciti dal chip sono stati piantati nella massa cerebrale sopperendo in qualche modo alle funzioni cerebrali. Da questo punto all’uomo artificiale, il robot, il passo è breve, eufemisticamente.
Anche questo fenomeno è stato anticipato dagli scrittori di fantascienza, che avrebbero anche previsto l’impatto devastante che avrebbe potuto trasformare l’umanità, sede dell’anima, in un esercito di mostri guidati da uno o da pochi a discapito di una collettività in schiavitù.
Si torna così a George Orwell e alla sua “Fattoria degli animali”, nella quale tutti erano uguali ma i maiali si distinguevano per essere più uguali degli altri, essendo pertanto detentori del potere. Sapranno i miei nipoti leggere la storia da cui trarre insegnamento?
Voglia Iddio che io non sia una Cassandra!