È successo ciò che non sarebbe più dovuto accadere, Venezia e San Marco sono stati invasi dall’acqua alta!
La controversa realizzazione del Mose, le paratie mobili che isolano la laguna dal mare, dall'”acqua granda” che da sempre ha inondato calli e case della città, opera monumentale dai costi altissimi, la cui costruzione è durata decenni, ha dato risultati positivi. Finalmente un’opera avveniristica ha centrato l’obiettivo mutuando l’orgoglio nazionale. Mai più negozi invasi dalle onde, i mosaici di San Marco protetti, i danni economici cancellati!
Siamo nei giorni di festa di fine anno. Tutti aspirano a fare festa, tra questi anche gli addetti al funzionamento del Mose, aspirazione più che giusta che però non coincide con gli eventi naturali ai quali non si può chiedere “Aspetta qualche giorno che passino le festività e tornino in servizio gli addetti”… Complice la catena di comando del servizio Salva Venezia le paratie mobili non sono state azionate e l'”acqua granda” ha invaso la città.
A questo punto non resta che citare l’ovvio: organizzazione all’italiana. È triste dove ricorrere a una frase fatta, banale quanto lesiva dell’amor di patria. È possibile che le ferie di alcune persone compromettano il funzionamento di un’opera tanto preziosa? Com’è possibile non riuscire a conciliare i doveri di pochi con il diritto della comunità?
Temo che dovrò tornare su un argomento similare, il cui valore è ancor più alto, quello di conciliare il valore delle leggi con i diritti dei cittadini: l’equilibrio tra politica e magistratura che sono continuamente su fonti opposti!