Sto leggendo il Corriere e scopro che durante le ferie agostane in Puglia la nostra Meloni si è concessa un Martini in Albania, così criticavano le malelingue. Solo oggi emerge che l’obiettivo era ben altro: la soluzione del fenomeno migratorio. Le nazioni Ue che del problema sono investite sono recalcitranti ad occuparsene seriamente. Lasciando l’Italia nella palude. Con un colpo di genio Giorgia si è rivolta a Tirana proponendo la costruzione in territorio albanese di un centro di raccolta da 39 mila migranti l’anno per conto e a spese dell’Italia. Similmente l’Europa ha pagato miliardi alla Turchia perché chiudesse il corridoio balcanico dell’immigrazione clandestina, come sappiamo con un risultato pressoché nullo, come si è dimostrato quest’anno. Forse l’Albania applicherà i provvedimenti tunisini bloccando i canali tunisini dirottando i migranti verso Libia e Spagna senza risultato come dimostrato.
Sono tutti provvedimenti che non risolvono il problema ma tentano di far sì che l’Europa non si sporchi le mani con il blocco navale affondando i natanti clandestini? Adottando il vocabolario meloniano pongo la madre di tutte le domande: dove manderà l’Albania i 39 mila migranti all’anno? La via dei rimpatri si è rivelata impraticabile. Li metterà all’asta al miglior offerente? È una strada già percorsa ai tempi dello schiavismo. Li metterà sulle carrette del mare e li manderà in Croazia e in Italia? Oppure li porta sul sentiero balcanico clandestino? È il gioco dell’oca, si ritorna al punto di partenza.
Se queste sono le idee innovative dei nostri politici per il futuro sarà un futuro già passato. Qualcuno mi dirà che sono prono alla critica, al quale rispondo che non saprei cosa proporre per la guerra Russo- Ucraina, Israelo-Palestinese, o per le migrazioni e che demando la soluzione ai nostri governanti, che però si rivelano purtroppo incompetenti pifferai.