diario dalla finestra di casa

1 novembre 2023 – Priorità

1 Novembre 2023

Mi ritengo un uomo qualunque, di media cultura, un tantino conservatore, non certo una mente aperta ai sogni se non accompagnati dalla fattibilità grazie alle conoscenze e risorse disponibili. Già questa premessa la dice lunga su cosa penso della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

È un’idea che si ripropone periodicamente per dare visibilità ai politici, incantando il popolo per carpirne il voto alle elezioni. Un monumentale specchio per allodole. A proporre il faraonico progetto stavolta è il vulcanico Salvini. È quell’uomo politico che al culmine della sua popolarità osò giurare agli italiani “Datemi il potere e farò dell’Italia una potenza”. Sappiamo come finì, aveva un consenso al 30%, che si è ridotto a sotto il 10%. 

Un po’ di storia d’Italia. L’opera più importante e fruttuosa realizzata nel dopoguerra durante il boom economico fu l’Autostrada del Sole. Quell’asfalto unì l’Italia del Nord con Salerno, portando l’Italia nel novero delle prime potenze industriali del mondo. La politica, tronfia di tanto successo, abbandonò il Sud al sottosviluppo. Solo nel 1987, passata la sbornia, si prese in esame il prolungamento di quell’asfalto fino a Reggio Calabria. Sono trascorsi 36 anni, nulla è stato fatto, neanche preliminari di facciata, salvo una proposta della destra che mise sul piatto l’idea del Ponte di cui Salvini oggi fa bandiera. 

Ci sono, a mio avviso, più ragioni per opporsi a questa idea. Forse la mia è solo opposizione all’incertezza di cotanto ardire tecnologico e sarebbe altresì ingeneroso voler fermare il progresso. Ci sono però anche elementi fattuali a chiedere cautela. Primo il costo, considerando che abbiamo il debito pubblico più alto del mondo. Ma anche questo non giustificherebbe il divieto di sognare.

Quello che è inconcepibile è che la costruzione del Ponte sarebbe una cattedrale nel deserto: perché da Napoli in giù c’è il deserto di ogni struttura viaria, economica, giudiziaria, di governo. Quale sarà l’investitore straniero che porterà investimenti in un tessuto sociale che conosce l’aiuto di Stato come risorsa principe? Dobbiamo prioritariamente attuare una rivoluzione sociale. Pensiamo solo per un istante al danno che un’infiltrazione mafiosa potrebbe causare nella costruzione del Ponte, probabilità senz’altro attuale: il ministro preposto Salvini ci ha pensato? Che ne dice?

Temo che l’orizzonte dei nostri politici siano le sempre le prossime elezioni, la solita poltrona! 

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