Lo spunto per questo scritto mi è dato dall’allegato fogliettino ingiallito dal tempo. Cara Emma: è il 1972, era iniziato il tempo del cambiamento della società, non solo in Italia. Io l’ho vissuto in modo violento. La fine della guerra costrinse tutti a serrare i ranghi e a lavorare uniti per la ricostruzione. Superata l’emergenza e assaporato il benessere diffuso l’appetito aumentò evidenziando, in modi diversi, di saziare non solo le giuste aspettative ma, purtroppo, le voglie degli avidi e ideologie che si dimostrarono sbagliate, gli anni Ottanta.
Torniamo a quel 1972: in fabbrica dove lavoravo il clima era surriscaldato tra le parti, imprenditori e lavoratori, tanto che la direzione aziendale ritenne di richiamare la controparte all’ordine costituito mettendo il testo dello scritto sopraddetto nella teca aziendale che qui di seguito riscrivo per una corretta comprensione: “Il direttore generale ringrazia i lavoratori “comunisti” della Zedapa, che, nella loro odierna pubblicazione, “l’alternativa” , hanno voluto descrivere con ricchezze di dettagli i progressi tecnici e produttivi compiuti dall’azienda. Mi vedo costretto a ricordare loro quanto segue:
1. La legge, il contratto di lavoro e il regolamento interno dell’azienda non consentono ai dipendenti di portare a conoscenza del pubblico informazioni di carattere riservato delle quali vengono a conoscenza nello svolgimento dei loro compiti.
2. Nell’elogio al direttore generale, al tecnico americano*, al signor Antonio Schiavon, dovrebbero essere accomunati i dirigenti, gli impiegati e la massima parte degli operai, essendo evidente che tre sole persone non avrebbero potuto raggiungere risultati così vistosi come quelli elencati, con un certo ottimismo, dai lavoratori comunisti.
3. Il fatto che la Zedapa compie il 75º dalla sua fondazione può rappresentare irritazione solo per coloro che in poco tempo, pochissimo tempo, vorrebbero demolire le aziende per fini politici.
Come vedi la mia vita non è stata “un balar de carnevae”. Ci vuole resilienza!
*Consulente esterno per l’organizzazione del lavoro.
Toni Schiavon, “Ricordi dagli anni Settanta”, “Minuterie Letterarie”, pagina 92, 93, 94