Vecchie fotografie. Quanto mai vetuste, ingiallite, martoriate, strappate, mancanti di qualche pezzo. Erano dentro a una busta di ugual condizione. Le abbiamo montate a mo di puzzle in una cornice.
Le descrivo: una riprende mia mamma ventenne con un cappotto di pelliccia. So che è lei per alcuni tratti del viso. È in posa davanti a un balcone della casa colonica del nonno. Di certo quel paltò faceva parte delle attrezzature del fotografo ambulante. Nella seconda siamo noi tre fratelli, io la Cicci e Vittorio, tre-quattro-cinque anni, vestiti con grembiulino bianco. La terza ritrae Vittorio da solo. La quarta un mio cuginetto di due anni seduto sull’aia. Sullo sfondo il fronte della casa coperto da una grossa vigna abbarbicata sul muro.
Le ultime due mostrano i nonni materni, il Moro Maretto e la nonna Beppa, i cui natali sono tra il 1870 e il 1880, 140 anni fa. Con loro mia cugina Delia ventenne. Il nonno sorride, la nonna è burbera. Sono ricordi che mi commuovono, per me fu un’infanzia felice quando potevo stare con loro. Sono dovuto poi stare più a lungo perché sfollato dalla città per i bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale.