Riguardando fotografie. Gujarat 2004. Di questo viaggio ho già lungamente scritto. Perigeo. India, 2004
Questo che sto per dire riguarda momenti singolari. La prima fotografia mostra un complesso tipicamente indù maestoso e ricco che il sole illumina nella parte alta mentre la parte inferiore va via via oscurandosi, è un van, pozzo, una fonte d’acqua a livello molto profondo, prezioso in territorio desertico. In superficie c’è solo una balaustra tra macigni e sterpaglia. Sporgendosi si vede quell’incanto scolpito. Le scale sono intagliate nella roccia così come tutte le strutture. È un susseguirsi di piani un tempo abitati dal marajà e dalla sua coorte nella stagione calda. La lunga discesa ci porta a livello dell’acqua dove la frescura è rilassante. È sempre sorprendente imbattersi in queste cattedrali attorniate da indigenza e povertà.
La seconda fotografia mostra un palazzo con finestroni protetti da marmo traforato e pareti scolpite. Tutto nell’abbandono totale, cumuli di architravi, colonne scolpite alla mercé delle erbacce. Dov’è il senso del bello?
La terza fotografia mostra noi ospiti del Maraja nel palazzo tutto marmi importati dall’Italia, oggi malandato a causa di un terremoto. Nelle cantine blindate un tesoro di suppellettili coperte di polvere e cacche di topo ovunque. Nota: il Maraja ha rappresentato il governo indiano in sede ONU. Mi è difficile abbinare il combinato palazzo, status, con la persona dalla veste sporca e dimessa!
Quarta fotografia. Guglie di templi sul cucuzzolo di un colle protese verso il cielo. Uno sull’altro accumulati ottocento templi cintati da un susseguirsi di mura. Tutti candidi!
Ospiti del Mraja Templi candidi
Ora quattro fotografie per dare movimento alla situazione. Si tratta di una processione di pellegrini per visitare le rovine di un tempio, lunga diversi chilometri su un sentiero di ciottoli in ripida salita sotto un sole implacabile immersi nella polvere. La prima mostra il tempio in rovina, la folla che supera un ponticello, la stessa nell’ingorgo.
La seconda fotografia un fermo figura sul muricciolo del ponte. Chi ha la precedenza? La donna che cerca di uscire oppure l’uomo inginocchiato sul muretto che vuole entrare? Vi lascio immaginare.
Processione Sul muretto
La terza e la quarta fotografia scattate in sequenza di uno, due minuti. Nella prima si vedono due fratelli, hanno camice identiche, che trascinano la madre verso il tempio. Nella seconda si vedono due ragazzi con la bandana colorata che simboleggia l’aver raggiunto il luogo sacro e stanno scendendo, sotto lo sguardo del poliziotto armato di bastone di bambù di ordinanza che usa con molta disinvoltura i cui risultati non mi sembrano felici e certamente non risolutivi. Alle spalle della folla si vedono dei tetti in frasche e teli, servono a proteggere dal solleone le bancarelle disposte di lato al sentiero che vendono le cose più improbabili, amuleti, succo di canna da zucchero spremuta al momento con un giro vorticoso di bicchieri, pochi, sciacquati in un secchio di acqua limacciosa, ricordi sacri, banane, dolciumi coperti da uno strato di mosche e vespe e via elencando. Tutto questo tra spintoni, polvere e grida!
Ragazzi che trascinano la madre, in basso a sx Ragazzzi con bandana e poliziotto armato, in alto a sx