Giorni fa apparvero sul giornale le fotografie di un lungo treno di colore verde scuro. Aveva una linea austera, cupa, poco finestrato. È il palazzo mobile di Kim, il padrone della Corea del Nord. È tanto amato dal suo popolo da temere che l’entusiastico fervore possa danneggiarlo. Facile ironia. Il treno è costretto a viaggiare al di sotto dei 60 km orari per non causare danni alle rotaie dato il peso delle blindature in acciaio a prova di missile. Il tutto sulla pelle del popolo che vive in miseria. Su questo treno ha percorso l’Asia per far visita al par suo Putin, il padrone della Russia. Altre fotografie mostrano l’incontro tra i due dittatori. Poco ho capito di quello che si sono detti.

Quello che mi ha colpito è il rituale, il parallelismo tra questo incontro e quello che ci fu il 18 marzo 1940 tra Hitler e Mussolini alla frontiera del Brennero (di cui esiste un video conservato presso l’Archivio Luce https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000024850/2/l-incontro-duce-e-fuehrer-1.html?startPage=0&jsonVal={%22jsonVal%22:{%22query%22:[%22:%22],%22fieldDate%22:%22dataNormal%22,%22_perPage%22:20,%22archiveName_string%22:[%22\%22luceFondoCinegiornali\%22%22],%22luoghi%22:[%22\%22Passo%20del%20Brennero\%22%22]}}), anche loro arrivati in treno per dar vita all’asse Roma Berlino, poi allargato a Tokyo, che sfociò nella Seconda Guerra Mondiale.

Tragica conclusione dei sogni pazzi di menti malate.