Intrighi, anzi imbrogli, anzi incompetenze, anzi, anzi, anzi, politici. Nell’ultimo mese i politici nostrani hanno fatto cose incomprensibili innanzitutto sul piano etico. Fatti che in altre democrazie o anche nella nostra ma con un governo di diversa costituzione, indurrebbero a immediate dimissioni, partendo dal presupposto che il politico deve essere “pulito” per statuto.
La Costituzione italiana ha tutte le attribuzioni per garantire tale stato, salvo però non applicarle scientemente. Andiamo agli esempi: la pitonessa Santanchè, in Parlamento ha dichiarato di non avere ricevuto avvisi di garanzia relativamente a sue attività commerciali milionarie in stato fallimentare. Sullo specifico la legge prevede che ogni cittadino può chiedere al tribunale “se esistono indagini a suo carico” al quale risponde “non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazione”. Tale risposta sottointende che possono esserci in corso indagini secretate per ragioni di indagine, la cui scadenza non è prevedibile fino a che non è richiesta la presenza dell’avvocato difensore. Il fatto che fosse in corso un’indagine lo ha scritto il Corriere nel novembre del 2022, sottolineando che non era frutto di una fuga di notizie ma solo di capacità di un buon cronista, quindi nulla di irregolare. Quindi si può concludere che ha dichiarato il falso.
Nota: qualche anno fa, quando governava un tecnico, una ministra si è dimessa per aver messo un dito nella marmellata. Non aveva pagato la tassa su una piccola modifica della propria abitazione. Rispetto all’etica! La Santanchè ha proposto una sanatoria pagando il 61% dei debiti milionari dovuti ai creditori compresi gli abusi sui dipendenti. Tutt’altro che il dito nella marmellata!
Un secondo fattorello costituzionale: La Russa, presidente del Senato, seconda carica dello Stato, potrebbe emergenzialmente, Dio ce ne scampi, sostituire il Presidente della Repubblica Mattarella diventando perciò il capo della Magistratura. Con tale possibile veste di capo del corpo giudiziario, nel caso relativo al suo pargolo diciannovenne Apache accusato di stupro nella casa paterna, si è attribuito la carica di: – giudice indagatore dicendo “l’ho interrogato” – giudiche giudicante dicendo “non ho rilevato rilievi penali” – giudice accusatore dicendo: “ho parlato con la ragazza stuprata mentre usciva dalla camera da letto di mio figlio e mi sembrava serena!” Come a dire che non aveva sofferto per il lavoretto del c…o subito dal diciannovenne Apache.
Italiane – italiani di tutte le età, è tempo di svegliarci e difendere l’onor di Patria!
PS: di questi fatterelli se ne possono raccontare una enciclopedia!