È sera tarda, la nonna dorme, vado a recuperare le ultime notizie da WhatsApp. Le Tre Fate, Rita Paola Betti, sono in gita lavorativa nella Maremma grossetana, la Paola “in Culonia” per dire di un luogo lontano non tanto e solo per i chilometri, quanto per usi e costumi fermi ai tempi che solo io posso aver visto, vissuto! Sono in trasferta per portare l’arte della costruzione di bambole di pezza a una platea di cultori di cotanto artigianato. Uno dei tanti mestieri che inesorabilmente vanno a spegnersi.
Sullo schermo appare una fotografia notturna con in primo piano un profilo nero sul quale troneggia un cielo blu stagliato da una pianta rinsecchita di papavero con un solo fiore rosso. In un cielo mi sarei aspettato una miriade di stelle pulsanti, le galassie a disegnare forme mitologiche. Invece sul fondo blu una nitida lucina solitaria, forse un pianeta o un satellite di passaggio. La sua solitudine faceva tenerezza.
Un ricordo. In un cielo siffatto, senza luna, ho visto da un orizzonte all’altro in ogni direzione un accumulo di stelle, galassie pulsanti, un milione di lucciole in movimento in un continuo accendersi e spegnersi. Ero sull’altipiano del Tigrai in Etiopia oltre i 2000 metri. A creare maggiore confusione contribuiva la non conoscenza della geografia stellare di quel cielo d’equatore. Il nostro cielo è abitato dalla costellazioni storiche che fanno da riferimento, il Carro minore con la Stella polare. In quel cielo d’Africa eri straniero.
Il 28, sabato, è un susseguirsi di fotografie del laboratorio in produzione, teste, arti varie, una pecorella in montaggio, tutine, fregi e parrucche Nel pomeriggio una foto dalla finestra, appare una volpe a caccia! Alle 22 su uno schermo tutto nero uno sfrigolio di lumini che si accendono e spengono, le lucciole, e in sottofondo voci femminile che commentano sorprese. Sono eventi che da noi evocano memorie ancestrali.
Il mattino dopo, nella penombra dell’alba, vedo la stanza laboratorio, sembra un campo di battaglia di monti aperti al tramonto, teste, braccia, gambe, vesti, bandiere, fregi sparsi alla rinfusa. Nelle ore successive le bambole, magnifiche, prendono forma. Le fate si sentono entusiaste dell’esperienza culturale e io penso, per la scoperta di un mondo ancestrale non ancora perduto!