Provo a parlare di come poter utilizzare una risorsa tanto preziosa quanto reietta.
Queste sono le attuali modalità di reperimento di personale secondo le norme vigenti, nella fattispecie di lavoratori migranti, qualificati e non e/o qualificabili.
- La norma vigente prevede l’assunzione di un operaio extraeuropeo alla condizione che abbia stipulato un regolare contratto di lavoro con un’azienda italiana: quale imprenditore assumerà un saldatore da un paese extraeuropeo senza averlo visto? È un affronto all’ntelligenza di una pecora!
- Tramite i canali umanitari alla Comunità di Sant’Egidio ne arrivano una cinquantina al mese, con famiglia appresso, ma ne servono centinaia di migliaia… Continuiamo ad offendere la pecora di cui sopra.
- Preparare saldatori ed elettricisti nel paese di origine: come la vediamo una scuola guida tra i talebani in Afghanistan? O tra i curdi o i siriani anti-Assad? La pecora mi guarda perplessa
- Sul l’arresto degli scafisti ho già detto, risparmio il quesito alla povera pecora! Salvo che non vada Salvini di persona ad arrestarli…
- Se i migranti arrivano motu proprio, con barche autonome o via terra potremmo trattenerli, mandarli a scuola facendone saldatori o altro a seconda del bisogno. La stessa scuola in Africa non avrebbe la stessa valenza. Come? Una scuola collegio a cui si rivolgeranno le aziende che abbisognano di manodopera, che potranno perfino scegliere sulla base delle capacità! Oppure sovvenzionando scuole interne alle aziende stesse. Se ci fosse bisogno avrei idee in proposito, senza dover andare in Burkina Faso…
Ricordo che l’industriale padre dell’occhialeria italiana è maturato in uno di quei collegi per bambini orfani o senza famiglia. Ritengo che ogni città d’Italia postrebbe gestire in proprio una simile impresa, magari con i fondi del PNRR, in quanto il fattore uomo è alla base di ogni evoluzione!
