PNRR: che cos’è? Un piano nazionale di ripresa e resilienza. Che vuol dire resistere alle difficoltà, non farci trovare impreparati come successo con il piano anti pandemia che dal 2000 non è mai stato aggiornato, non solo, ma dichiarato aggiornato senza che slo ia mai stato. Un piano quanto mai ambizioso. L’Europa madre benigna ma cauta ci dice: ti do 209 miliardi (a “Giuseppi”, Conte) a condizione che tu li spenda in un programma verificabile e concordato. Giuseppi risponde: “giuro giuron – che il diavolo me fassa un bocon”.
Ora siamo alla prova dei fatti. Abbiamo deciso di dotare di alberi alcune città. Tale operazione si chiama “piantumazione” che consiste nel mettere in terra un alberello idoneo al luogo con lo scopo di avere verde fogliame che depuri l’aria. Un baobab non vale! Dopo la messa a terra va innaffiato e protetto. In India, quando si pianta un alberello viene contornato da un muretto di mattoni a graticolato affinché le mucche non mangino i germogli oppure viene sostituito se muore fino a garantire la resilienza.
Aneddoto: un gruppo di cittadini armati di sacro entusiasmo ha piantumato un parco giochi secondo i canoni di cui sopra e l’ha consegnato al Comune con l’orgoglio di un lavoro ben fatto. Il poeta direbbe “è durato una sola estate”. Le erbacce avevano invaso il parco, gli alberelli rinsecchiti: il Comune non ci aveva messo piede. La piantumazione è fondamentale in quanto la sopravvivenza è precaria.
Ora viene il bello punto alcune amministrazioni, in malafede, hanno ritenuto di interpretare seminare come sinonimo di piantumare. Ciò vuol dire mettere un seme di platano in una buchetta e aspettare che a settembre e/o a giugno forse, germoglierà. Nel frattempo l’oculata l’amministrazione ha incamerato 50€ per ogni seme seminato. Non credo che Draghi e i suoi tecnici intendessero questa interpretazione. In altri tempi non tanto diversi si cantava “Italia bella Trionferà”.
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