diario dalla finestra di casa

6 giugno 2022 – diario settimanale

6 Giugno 2022

Martedì 31 Maggio 2022. Covid 62 decessi e 7537 nuovi contagi. Lentamente si migliora, buono il calo dei contagi. La guerra. L’attenzione per il conflitto si sposta sempre di più verso i centri di potere d’Europa e del mondo dove gli ucraini sono pedoni della scacchiera che si gioca altrove. Forse è giusto che sia così, rimane inumano che si muoia sul campo di battaglia per chiudere partite di potere dei forti contro i deboli! Ancor più contro natura utilizzare il pane, leggi il grano, bloccato nei granai ucraini come merce di ricatto a spese di popoli affamati d’Africa e Medio Oriente. Blocco attuato da parte russa per costringere il mondo a inchinarsi alle sue voglie imperiali! Questo conflitto ha spaccato la chiesa ortodossa, da un lato l’ala russa del Patriarca Kirill che sostiene spudoratamente Putin nel sopprimere il popolo fratello etnicamente, negando la fratellanza cristiana!

Mercoledì 1 Giugno 2022. Covid 66 decessi 24267 contagi. Il numero di contagi è relativo ai tamponi eseguiti, perciò è aleatorio. I numeri reali sono i decessi e i ricoveri in terapia intensiva. Il conflitto: si ripropongono nel Donbass le atrocità vissute attorno a Kiev durante i primi giorni di guerra, vedi Bucha. I russi avanzano distruggendo persone e cose. I sentieri di pace per evacuare i civili dal fronte non trovano l’adesione russa. I fatti di guerra acuiscono i problemi economici lasciati dal covid e dal dissennato aumento del debito pubblico. L’inflazione cresce facendo perdere valore al potere d’acquisto dei salari. Questo provoca la rincorsa salari, inflazione, adeguamento dei salari, aumento del debito e quindi inflazione in aumento! Quando cominceremo a domandarci chi pagherà le pensioni dei nostri figli? Mancano i lavoratori, la frutta e la verdura marciscono nei campi, il settore turistico manca di 400 mila addetti, cosa facciamo? Non facciamo figli, non vogliamo immigrati colpevoli di togliere lavoro agli italiani, non vero. In questo momento avremmo l’occasione di integrare rapidamente degli ottimi immigrati, gli ucraini vittime dell’invasione russa. Perché non farlo?

Giovedì 2 Giugno 2022. Covid 59 decessi e 18391 contagi. Continua la tendenza della pandemia a scendere.Ucraina: la situazione difensiva è messa in crisi dalla strategia russa circoscritta a parte del Donbass. Fanno terra bruciata da lunga distanza, 30 km, distruggendo ogni cosa anche civile, per poi avanzare con le truppe corazzate alla conquista. Gli ucraini non sono attrezzati alla lunga distanza. È di questi giorni l’invio di armi a lunga gittata dagli USA in grado di contrastare l’azione russa data la loro precisione d’obiettivo. Mi auguro sia così. L’alternativa sarebbe la cancellazione del Ucraina dal consesso delle Nazioni libere per diventare una regione annessa alla Russia

Venerdì 3 Giugno. Covid 79 decessi 17193 contagi. Oggi no covid, no guerra! Mi è stata posta una domanda: quale prospettiva hanno oggi i giovani? – di accedere a un posto di lavoro certo e duraturo. -di formarsi una famiglia e avere figli.- di una copertura pensionistica.
Non ho una risposta a queste aspettative essenziali. Non sono più connesso con l’oggi, con gli ostacoli che a me appaiono insormontabili. Nel dettaglio, le risorse dello Stato non sono in grado di soddisfare le necessità del tenore di vita d’oggi e di giustizia sociale. Questa equazione è al di sopra del mio bagaglio culturale. Ciò che penso di poter fare è descrivere l’evoluzione di un giovane di 15 anni nel 1946, verso il futuro. La guerra era finita da pochi mesi, la struttura sociale era disgregata, la guerra civile in atto, sarebbe durata ancora qualche anno e la coda si concluse con il ritorno di Trieste all’Italia. Città e industrie distrutte. Povertà e fame. I soli aiuti provenivano dagli USA, di cui noi eravamo nemici di guerra, con il piano Marshall e gli aiuti alimentari Unrra, sempre USA. Ecco questo era l’orizzonte. Il punto di vista per il futuro. Punto di vista dei giovani odierni! Il mio primo passo: trovare un lavoro qualsiasi, per un quindicenne non c’era scelta. Secondo passo: tenersi il posto di lavoro ad ogni costo e condizione. L’orario di lavoro era di 10 ore al giorno in turni a settimane alterne. Una settimana dalle 6 alle 16:30, pranzo alle 11:30-12:00. L’Azienda forniva il primo piatto e un pane. Ognuno si portava da casa il pentolino con le verze e il cotechino, oppure la marmellata che non doveva essere riscaldata e veniva raccolta su un tavolo separato. La settimana seguente dalle 11:30 alle 22. Pranzo alle 12:30-13. La cena verso le 18 ci veniva portata sul posto di lavoro e veniva consumata quando le presse non chiedevano la nostra attenzione. Questo durò fino al 1952 quando sono partito per il servizio militare. La doccia la facevo in fabbrica una volta la settimana. A casa era problematico. Come si può dedurre non erano rispettate le norme sulla difesa dell’infanzia ma mi ritengo fortunato di lavorare in un’azienda ritenuta un modello verso i lavoratori. Non esprimo giudizi ma riporto la realtà. Ho tratto questo stralcio per dire come poteva essere la prospettiva di quel giovane. Furono quei giovani che hanno fatto il boom economico del dopoguerra, formato una famiglia numerosa e raggiunto un benessere diffuso. Non c’erano incentivi, bonus, ristori, reddito di cittadinanza e quella pletora di sussidi a pioggia ma solo ore di lavoro in fabbrica e poi in casa, magari per costruirla, la casa, con le proprie mani come dopolavoro. Questo durò finché il cancro dell’egalitarismo e di avere tutto e subito subentrò al merito e alla fatica. L’incapacità di politici nati con i nuovi “valori” fece il resto. Ricordo il famoso “36 politico”. Per accontentare tutti, ogni “voglia”, si cominciò ad aumentare il debito pubblico fino a che gli interessi per sostenerlo tolsero i mezzi per elargire giustizia! Concludo: se avessi 15 anni e conoscessi la mia biografia, ecco l’importanza di conoscere le esperienze dei vecchi, rifarei tutto quello che ho fatto senza tener conto di bonus, incentivi e via elencando. So anche che così facendo farai la fine di Don Chisciotte della Mancia.

Sabato 4 Giugno 2022. Covid 40 decessi 9429 contagi. Mi auguro che il covid abbia vita breve. Oggi è il primo giorno di vacanza al mare, da due anni eravamo chiusi in casa. Mi sembra tutto insolito. Molti i ricordi di vacanze con i bambini, sabbia tra le dita e tra le lenzuola, la pelle scottata dal sole, era un altro mondo. Oggi tutto è difficile, la presenza delle figlie mi evita il panico. Ce la metto tutta per rendere normale ciò che non è! Intanto guardo il giornale che mi riporta al reale, la guerra della quale non vedo spiragli a breve, troppi sono gli interessi in gioco a livello mondiale. Tutto questo sulla pelle delle migliaia di vittime che si aggiungono ogni giorno. Sottolineo inoltre che l’evento in corso ha messo la politica italiana in una crisi profonda che già da prima era nel panico.

Domenica 5 giugno 2022. Covid 47 decessi 22527 contagi. Il conflitto. Gli ucraini contrattaccano, ciò dimostra che la fine è tutt’altro che vicina. Le previste armi in arrivo dall’occidente danno la speranza che Putin si convinca a sedersi al tavolo delle trattative le cui condizioni rimangono misteriose. L’adattamento al regime vacanziero è un tantino complicato ma lo supereremo. Il tempo è bello l’aria buona, cibo pure. Che vogliamo di più?

Lunedì 6 giugno 2022. Covid 27 decessi e 15082 contagi. Siamo in netto miglioramento. Oggi l’attenzione, distolta dall’Ucraina, si rivolge alla Nigeria il più popoloso stato dell’Africa, 200 milioni con una proiezione di natalità a diventare in pochi anni il terzo paese più popoloso del mondo. Ha molte risorse minerarie, purtroppo è pervaso da miseria, banditismo, malavita, sequestri, lo jihadismo imperversa, il cambiamento climatico spinge i pastori fulani a invadere i territori degli agricoltori del Sud di religione cristiana mentre i fulani sono preponderantemente islamici. Il tutto è come un vulcano pronto a esplodere. Frequenti perciò fatti di terrorismo. Ieri, domenica, 5 jihadisti sono entrati in una chiesa cristiana uccidendo 50 fedeli. È davvero triste constatare quanto sia difficile la convivenza dell’uomo!

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