Andamento pandemico – Politica e cronaca
Lunedì 17 gennaio 2022. Covid 248 decessi, 149512 contagi. I morti sono molti, sono il prezzo che paghiamo per la libertà di movimento voluta. Non sono sicuro di condividere questa strategia, sono altresì conscio di non avere competenza per valutare i danni anche economici di una stretta delle attività lavorative. Parliamo d’altro: sono stato colpito da una notizia sulla stampa relativa alla denatalità. Quest’anno in Italia vivranno più donne di 86 anni che bambine al di sotto di un anno. Nel 2000 c’erano 10,5 milioni di donne fertili, nel 2040 saranno 6 milioni. Nei prossimi 40 anni, che è l’arco lavorativo di una persona, perderemo 11 milioni di lavoratori/lavoratrici. Questi tre indizi prospettano un futuro assai incerto. Inoltre va tenuto in conto il forte allungamento della vita nell’ultimo mezzo secolo. Già nel XIV secolo ci fu una recessione di persone a causa della peste, però erano colpite tutte le età. Quale strategia sarà adottata per fare fronte alla perdita di forza lavoro a difesa dell’attuale benessere? Azioni compatibili con le conoscenze di cui disponiamo. L’azione più facile è l’immigrazione, dai più rifiutata come se fosse la calata dei barbari che disfecero l’impero romano. Una seconda soluzione è rinunciare all’attuale benessere a causa della mancanza di manodopera, cosa che nessuno ritiene accettabile. Terza soluzione sperare in una classe politica capace di elaborare qualche soluzione, ma non c’è, ne è prevista. Pertanto “Sarà quel che sarà” in barba all’homo sapiens!
Martedì 18 gennaio 2022. Covid 287 decessi, 80043 contagi. In realtà i contagi reali sono stimati in un numero infinitamente più alto. Alcuni indizi indicano che siamo al vertice della curva pandemica. È doloroso considerare che 300 decessi al giorno sia un dato a cui abituarsi. Sono circondato da vicino da contagiati, figli e nipoti sia pure in forma lieve grazie ai vaccini. Anche il centro anziani frequentato dalla nonna è chiuso, per la terza volta.
Mi è tornato in mente un proverbio d’altri tempi: “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” per dire che il virus si avvicina e basta una svista per essere colpito. Vado alla genesi di quel detto. In tempo di guerra era sfollato in campagna dai nonni materni. Ero un contadino. Dicembre era il tempo della macellazione del maiale perciò salami, cotechini, pancetta e lardo a grandi fette salate, il grasso fuso conservato nella vescica del maiale. E molto altro. Il tutto era conservato nel granaio appeso a una trave. Il granaio era il sottotetto della casa colonica e serviva per la conservazione dei cereali. Questa salumi erano la preda agognata dei gatti e dei topi. Venivano appesi a un palo a sua volta appeso a una trave del tetto con del filo di ferro interrotto da un disco di lamiera in modo che i predatori non arrivassero al salume né potessero rodere facendo cadere il palo. Inoltre venivano predisposte trappole a molla con l’esca di lardo. Ecco il detto: lo zampino del gatto preso nella trappola. Così pure per i topi. Per i ghiri il discorso era diverso, rodevano i balconi e i telai delle finestre, erano una calamità. Per i topini campagnoli ci pensava il gatto di casa. A volte lo seguivo nelle sue cacce, aveva una pazienza infinita nello sferrare l’attacco finale!
Oggi è il compleanno di Paola detta Poldi. Un bacio. Mattija prosegue la sua avventura al caldo sul petto di mamma e papà! Baci.
Mercoledì 19 gennaio 2022. Covid 434 decessi 228179 contagi. Solo due righe che riassumono lo stato pandemico: l’immunologo Fauci così conclude un suo scritto “non sappiamo come evolverà questa pandemia” espressione che non dà certezze, tutt’altro. Inevitabile non parlare di Quirinale. L’85enne, malridotto di salute, Berlusconi tenta la scalata alla presidenza della Repubblica, pur avendo la fedina penale sporca per evasione fiscale per la quale non avrebbe accesso neanche alla funzione di bidello. Dalla massima carica dello Stato diventerebbe anche responsabile della magistratura, la stessa che lo ha condannato con sentenza definitiva come sopra detto punto. Non solo, avendo in corso altri processi avremmo un tragicomico conflitto di interessi nel doversi auto giudicare!
Oggi il padre padrone dei 5 Stelle Grillo è indagato per traffico di influenze. Questi due personaggi sono il riferimento di una larga maggioranza dei 1009 grandi elettori del nuovo capo dello stato. Già questo ci identifica come una repubblica delle banane! Ma c’è di peggio, si sta stendendo una rete di contrasto nei confronti di Draghi, l’unico statista in grado di guidarci. Lo si vuole mantenere capo del governo per gestire le due emergenze covid e PNRR, il piano di rinascita economica, mettendo al Quirinale un chiunque esso sia. Così con le prossime elezioni tra qualche mese o un anno i partiti vorranno riprendere in mano la politica del paese, togliendo di mezzo l’unica persona idonea a portare in porto la malconcia Italia. Conclusione: dobbiamo assicurarci che Draghi vada per 7 anni al Quirinale e da quella sede, con la sua autorevolezza, potrà sorvegliare l’operato dei futuri governi. Toccherà a noi cittadini votanti eleggere a propria rappresentanza gente onesta e capace e non pifferai da fiera di paese.
Giovedì 20 gennaio 2022. Covid 380 decessi 192320 contagi. Nonostante i numeri siano preoccupanti ci sono indizi di miglioramento per il Covid, l’unica costante negativa sono le gravi conseguenze su chi non è vaccinato o non ha completato il ciclo vaccinale. Sono giorni di attesa!
Ora una divagazione dal contingente. Penso sia giunto il momento di dare al macero la raccolta di riviste del Touring Club Italiano iniziata nel 1956. Vie d’Italia e del mondo. Erano invitanti, magnifiche fotografie che mi portavano in ogni angolo del mondo, anche il più remoto. Era un surrogato al mio desiderio di viaggiare, di conoscere il mondo con un contatto fisico, la qualcosa non mi era concessa per ovvie ragioni, lavoro, famiglia, economiche. Le riviste erano un succedaneo che mi permettevo. In quel tempo i “viaggi” erano limitati a escursioni con famiglia al seguito e calibrate agli interessi dei figli. Solo 40 anni dopo ho cominciato a viaggiare nel modo desiderato tanto da ritenere le riviste superflue. Le ho tenute convinto di ripassarle per diletto o rimembranza. Non ho avuto più occasione di riguardarle. I viaggi fatti nell’ultimo ventennio mi hanno riempito la mente di cose reali rendendo superflue le visioni evocate dalla carta stampata. Certo hanno avuto il merito di tenere desto il mio interesse a conoscere.
Venerdì 21 gennaio 2022. Covid 385 decessi e 188797 contagi. Si intravede un calo nei ricoveri. In Veneto siamo nella identica situazione dell’anno scorso. La qualcosa non è di poco conto, l’anno scorso ogni attività era chiusa, l’economia era allo sfacelo, oggi siamo in piena ripresa dell’attività grazie all’uso del vaccino. Perciò questa è la strada da seguire.
Ho letto un editoriale sul quale venivano posti due quesiti. Il primo: la comunità è tenuta ad assicurare le cure a chi in qualche modo “se l’è cercata”? Il fumatore con il cancro ai polmoni? Il bevitore con la cirrosi epatica? Il ladro ferito durante il furto? Il novax colpito dal Covid? Solidarietà e carità vogliono che il medico risponda al giuramento di Ippocrate. La cura va comunque data.
Secondo quesito: in caso di pandemia, fenomeno eccezionale e al quale le strutture sanitarie non sono tarate, può sorgere il dilemma di dare la priorità alle cure? Al paziente bisognoso di cure oppure al novax altrettanto grave? Nel campo di battaglia vige la norma non scritta che siano curati per primi quelli che hanno maggiore probabilità di sopravvivere. Nel caso chi lo decide? Non certo una regola scritta! Nel caso di pandemia il medico ha l’obbligo di trattare tutti in egual modo. Dovrà essere la comunità a fare in modo di limitare l’uso del fumo per ridurre il cancro dei polmoni, di imprigionare i ladri, di imporre l’uso del casco per i motociclisti, di limitare la velocità per gli automobilisti, di imporre il vaccino ai no vax con le conseguenti penalità in caso di rifiuto, l’isolamento dalla comunità per la sua contagiosità. I pazienti comuni, fumatori eccetera fanno ricadere il costo delle loro malattie sulla comunità ma il danno vero lo pagano in proprio; mentre i no vax oltre a quello che pagano i pazienti comuni contagiano gli altri e questo è inaccettabile sotto qualsiasi aspetto. Ripropongo, per quanto possa valere, la mia esperienza, ero bambino e sono stati isolato in lazzaretto a causa della difterite!
Sabato 22 gennaio 2022. Covid 373 decessi 179106 contagi. Mi sono chiesto di come si può evidenziare il frusso delle vittime della pandemia non tanto e solo con i numeri ma per chi è pigro alla lettura in forma visiva. Dall’inizio di maggio 2021 ho tenuto un grafico che a tutt’oggi è lungo 2,64 metri che riproduce con una linea spezzata i morti di 216 giorni. Allego tre fotografie di tre spezzoni di questo lungo foglio. La prima foto riproduce 24 giorni di maggio 2021 con un alto numero di morti, era la coda della terza andata. La seconda foto riproduce 216 giorni con un basso numero di morti, una cinquantina al giorno. La terza foto riproduce gli ultimi 24 giorni con un alto numero di morti, più di 400 al giorno, con l’inizio della quarta ondata. Ho voluto evidenziare con un documento visivo la situazione. La tragicità, per responsabilizzare chi non legge e per chi fra cent’anni vorrà sapere di questo fenomeno pandemico.
Domenica 23 gennaio 2022. Covid 333 decessi 171263 contagi. Siamo alla vigilia del gran giorno dell’elezione del capo dello Stato. L’incertezza regna sovrana tra le forze politiche. L’egofantasia di Berlusconi con la sua autocandidatura ha bloccato ogni dialogo tra le parti e solo ieri sera ha rinunciato a un sogno folle. Ora i grandi elettori sparigliati cercano affannosamente lumi dai loro poco lucidi capi che tentano con poco successo, di riprendere in mano la guida del paese. Tanta confusione ha messo in secondo piano il Covid. Per fortuna ci sono segnali di discesa dei contagi.
Cronaca. Gruppi di giovani di opposte fazioni, non so se politiche, etniche, sportive, si danno appuntamento via rete per scontrarsi a suon di pugni e calci, bastoni e coltelli. Giorni fa in Prato della Valle la polizia ne ha fermato lo svolgersi. L’altro ieri è stato intercettato un nuovo scontro al quale la polizia è intervenuta. Non trovano proprio nient’altro da fare?
La vicenda mi ha riportato all’infanzia. Noi ragazzi del Patronato venivamo sfidati da ragazzi antagonisti di altri quartieri limitrofi a battaglia con spade di legno, scudi di compensato che si sbriciolava al primo impatto, palle di creta umida, bombarde dislocate sul terreno sulla strategia di attacco! Questi scontri non potevano farsi in patronato sotto il campanile, e ci spostavamo in “maresana”, uno spazio erboso tra l’argine e il filo d’acqua del fiume. Naturalmente c’era sempre lo spione che informava il cappellano don Demetrio che lasciava che i preparativi si facessero, che si scendesse nell’arena, che cominciassero i lanci di bombarde e ai primi contatti fisici interveniva, apparendo dall’alto del muro della cinta cittadina, il bastione Ognissanti, e minacciava di prenderci tutti a calci in culo non risparmiando nessuno. Era un fuggi-fuggi.