Sentimenti

Brenda Prato, riflessioni teologiche

26 Luglio 2021

Brenda Prato ha conseguito la laurea di primo livello nel 2018. I suoi interessi teologici sono iniziati con la Teologia morale, in particolare per quanto riguarda gli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio. Nel 2020 ha conseguito presso l’Università di Malta il Diploma di Specializzazione in Diritto Canonico Matrimoniale e Giurisprudenza, che riguarda il diritto della Chiesa Cattolica in relazione alle procedure matrimoniali e di annullamento.

Si è poi trasferita in Belgio per frequentare il Master of Society, Law and Religion presso la Katholieke Universiteit di Leuven, ottenuto con lode. Il suo prossimo obiettivo è conseguire presso la stessa Università la licenza di avvocata di Diritto Canonico.

Tramite il suo blog vuole condividere i fatti, nonché i suoi pensieri teologici e canonici relativi alla Chiesa cattolica mentre lavora alla sua ricerca. https://brendaprato.com/

Cara Brenda, ho ripreso in mano i tuoi scritti: Pasqua e Imago Dei. Li ho letti e riletti in tempi diversi e ogni volta mi ritrovo al punto di partenza: la Fede, il fine ultimo del nostro vivere! Per entrare nei concetti dei tuoi scritti bisogna aver Fede, solo allora si può aderire e credere ma ciò è terribilmente difficile. L’unico approccio possibile è voler capire, il che non vuol dire capire, attraverso le scritture. “Dio creò l’uomo a sua immagine”: solo questo dovrebbe bastare perché gli uomini si amino gli uni gli altri e questo ha voluto Cristo attraverso la Pasqua, amandoci fino all’immolazione. Per noi umani è un’impresa che si realizza solo con la Fede, cercando Dio, ma è difficile.

Avevo tra i 16 e i 20 anni, in seno al gruppo scout ci ponevamo il problema della Fede. Non certo nei termini dotti di cui parli tu: per noi era un continuo conflitto tra l’aver Fede senza capire e voler capire. In quegli anni avevo per confessore fra Mariano, un francescano parroco della Chiesa di San Francesco. Si trattava di un complesso conventuale risalente agli albori del francescanesimo, sede di ospedale per i pellegrini, oggi in parte Museo della medicina della rinomata scuola medica Padovana. Fra Mariano allevò schiere di giovani duri e puri negli anni del conflitto mondiale e nel tumultuoso dopoguerra, 1940-1950.

Con lui parlavo di Fede. Un giorno, dopo una vivace discussione, gli chiesi: perché non posso rinunciare alla libertà e al libero arbitrio in cambio della Fede? Mi rispose: “Troppo comodo! Alle piante è dato questo privilegio, vivere da vegetali, senza poter intendere e volere. Se così fosse ti sarebbe preclusa la capacità di amare che è l’essenza di Dio!

Certo che vivere la Fede è davvero un mestiere arduo. Baci a entrambi, il nonno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *