diario dalla finestra di casa

5 maggio 2021

5 Maggio 2021

Nello scrivere la data mi è venuta in mente una lunga poesia di Alessandro Manzoni, faticosa da memorizzare, quasi un incubo da imparare, titolo “5 maggio”. “Ei fu siccome immobile dato il mortal sospiro stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa e attonita la terra muta sta, pensando all’ultima ora dell’uom fatale”. Questo è quello che ricordo. Altre ne ricordo di tono diverso: piacevole quella che dice” lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca” o triste “Cavallina, cavallina storna che porti colui che non ritorna”. Ci saranno ancora bambini che ricorderanno da adulti qualche poesia? Oppure queste cose sono un retaggio di una società superata dalle app?

Torniamo alla realtà. Covid: ancora 305 decessi. Solo 9 mila contagiati in più fanno ben sperare. Mi sorprendono le aperture verso il turismo segno che il governo Draghi vede nella situazione odierna di rischio calcolato la possibilità di togliere qualche restrizione. Certo che sono più ottimisti dire. Rimangono le anomalie di alcune regioni del sud che non rispettano le ordinanze governative sulla distribuzione dei vaccini. De Luca, Campania, ha fatto vaccinare più del 90% degli abitanti di Procida. A quale titolo? Così vuole fare Musumeci, Sicilia, per le sue isole minori. Mi viene da dire perché no all’Isola d’Elba o la Capraia o le Tremiti? Questa anarchia delle istituzioni va contro la convivenza civile! 

Dal libro “Mi sono sbottonato” propongo alle pagina 157-158 un pensiero, l’impressione ricevuta da un viaggio in Armenia e il famosissimo canto di Bepi de’ Marzi “Dio del cielo”. Armenia, 2007

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